Una cerimonia intima, con la camera ardente in chiesa prima dell'ultimo saluto ad Alessandro Vettese, morto a Capodanno a causa di un incidente a 48 anni.
Difficile trattenere le lacrime durante la cerimonia funebre, con le parole di don Benedetto a ricordare l'importanza del nostro esempio in vita. Come Alessandro, brillante legale in uno studio internazionale di Roma, legato alla sua città e alla sua amata famiglia, la cui luce «sarà sempre con noi». «La luce del cero ci ricorda quella di Alessandro e quella ancora più grande della vita eterna, la stessa che viene accesa il giorno del nostro battesimo e in quello del nostro funerale: tutta la nostra vita terrena è racchiusa nella luce di Dio e nella speranza della vita eterna» ha sottolineato don Benedetto Minchella.

«Per onorare la sua memoria dobbiamo pensare che ora Alessandro vive per sempre nell'amore di Dio» ha continuato, rivolgendosi poi alla famiglia. «Sappiate che l'intera comunità, sia civile che religiosa, è accanto a voi. Sappiate anche che troverete sempre delle braccia pronte ad accogliervi e a sostenervi». Alessandro Vettese è morto nella giornata di Capodanno, dopo un ricovero al San Camillo e due giorni di coma. Il 29 dicembre aveva perso il controllo del suo scooter in via Petroselli, a Roma, dove viveva e lavorava, finendo contro alcune barriere parapedonali. Immediatamente soccorso dal 118, era stato trasferito in ospedale in codice rosso. Molti i dubbi sulla dinamica, su cui stanno lavorando per approfondire ogni aspetto gli agenti della polizia municipale. La ricostruzione è ancora in
corso.