Saranno necessari ulteriori approfondimenti per arrivare a individuare la causa della more di Luciano Molin.
L'autopsia sul corpo dell'operaio frusinate di 46 anni, morto il 26 dicembre dopo che per tre volte era andato in ospedale e per due era stato dimesso, si è protratta fino al tardo pomeriggio di martedì. Il perito, nominato dal sostituto procuratore Barbara Trotta, il dottor Gabriele Margiotta si è preso 60 giorni per riferire al pm ed eventualmente per verificare l'opportunità di nominare altri ausiliari clinici.
Da un primo esame potrebbero essere emersi elementi meritevoli di un approfondimento clinico-diagnostico. La causa della morte dell'uomo, sposato e padre di una bambina, non è stata ancora accertata. Il fascicolo aperto dopo la denuncia presentata dalla famiglia attraverso l'avvocato Nicola Ottaviani è contro ignoti. Quando verranno depositati gli elaborati peritali da parte del consulente, il pm deciderà se iscrivere qualcuno sul registro degli indagati. La morte di Molin potrebbe classificarsi come un effetto collaterale del Covid, nel senso che, come denunciato da più parti, con la sanità impegnata al contenimento del virus, il rischio è che altre patologie possano essere sottovalutate.
L'uomo si era sentito male una prima volta il 10 dicembre, era andato all'ospedale di Alatri da dove, dopo che gli erano stati rilevati dei parametri non a norma - secondo quanto denunciato dai familiari - era stato dimesso. Una settimana dopo, altro malore con caduta in casa e frattura del femore. Anche allora era finito al San Benedetto e anche allora era stato dimesso, non ritenendo i medici di sottoporlo a intervento chirurgico date le sue condizioni. Da qui la scelta di immobilizzare l'arto con un tutore e rimandarlo a casa in attesa di valutarne l'evoluzione clinica. Ma Luciano si è sentito male una terza volta a Natale. A quel punto è finito all'ospedale di Frosinone dove l'indomani è deceduto.
La famiglia ha deciso di vederci chiaro per capire se la patologia che ha condotto alla morte di Luciano poteva essere diagnosticata nei precedenti accessi in ospedale. Da qui la scelta di nominare l'avvocato Ottaviani e presentare una denuncia. Denuncia decisiva per bloccare i funerali che, in un primo tempo, erano stati fissati il 29 dicembre, tanto più che la scelta della famiglia di procedere con la cremazione avrebbe impedito di compiere gli accertamenti necessari sul corpo della vittima.
La famiglia ha nominato un consulente per l'autopsia nella persona della dottoressa Daniela Lucidi che dovrà depositare del materiale relativo alle patologie pregresse di cui soffriva l'uomo prima del primo ricovero. I funerali, inizialmente bloccati su richiesta del difensore, si terranno oggi alle 15 alla Sacra famiglia.