Per tre volte è entrato in ospedale perché non stava bene. Per due volte è stato rimandato a casa. La terza volta è morto. A 46 anni la tragedia del frusinate Luciano Molin ha scosso tutti, parenti e conoscenti. Ma la famiglia vuole vederci chiaro su cosa sia accaduto quando il loro caro, spostato e padre di una bambina, per ben tre volte è stato visitato dai sanitari, le prime due al San Benedetto di Alatri, la terza al Fabrizio Spaziani di Frosinone. A seguito della denuncia presentata dai congiunti, la salma è stata sequestrata, così come le cartelle cliniche. Il sostituto procuratore Barbara Trotta, investita del caso, ha disposto per martedì l'esame autoptico sul corpo del giovane con l'obiettivo di dissipare ogni dubbio sulla causa della morte, allo stato ignota, e per verificare se ci siano state eventuali negligenze nel momento in cui il paziente è stato in ospedale. Si procede ancora contro ignoti per l'ipotesi di reato di omicidio colposo.

Intanto, ieri si sono svolte le operazioni per il conferimento dell'incarico medico legale.
Molin, che lavorava come operaio, è deceduto dopo tre accessi in ospedale a Santo Stefano, lasciando nello sconforto più totale i familiari che, mai, avevano presagito che la situazione clinica potesse precipitare improvvisamente.

Luciano si sente male una prima volta il 10 dicembre e si reca all'ospedale di Alatri: accusa un malessere diffuso e nausee. In ospedale gli prescrivono degli esami all'esito dei quali gli riscontrano un calo di alcuni valori biologici. I medici, però, decidono di non ricoverarlo, così Molin fa ritorno a casa. I dottori, tuttavia, gli consigliano di stare sotto controllo e di tornare a farsi visitare dopo alcuni giorni. Così l'11 torna a casa, ma continua ad avere problemi tra cui spossatezza e difficoltà a stare in equilibrio. Il 21, infatti, dentro casa l'uomo è vittima di un incidente domestico a seguito di una caduta dal letto si produce la frattura del femore.

Torna, questa volta soccorso dal 118, per la seconda volta all'ospedale di Alatri. Malgrado la frattura, i medici non lo ritengono immediatamente operabile perché la situazione clinica deve essere monitorata e gli prescrivono un tutore di 30 giorni in attesa di valutare l'evoluzione e sottoporlo a intervento chirurgico. Tuttavia, secondo la denuncia dei familiari, non è chiaro il motivo per cui il loro caro ha perduto i sensi a distanza di sette giorni dal primo ricovero. Il giorno di Natale Molin si risente male ed entra in ospedale, questa volta a Frosinone. Ma lì le condizioni di salute si aggravano improvvisamente: la mattina di Santo Stefano i sanitari chiamano la moglie e la madre per annunciarne il decesso.

I familiari, sconvolti per quanto accaduto, in considerazione che per tre volte è arrivato in ospedale, vogliono vederci chiaro. Si rivolgono all'avvocato Nicola Ottaviani e presentano una denuncia. Viene aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo, per fare chiarezza su quanto avvenuto. Ieri mattina, il pm Barbara Trotta ha convocato il medico legale Gabriele Margiotta per eseguire, martedì, l'autopsia. La famiglia, come parte offesa, attraverso l'avvocato Nicola Ottaviani, ha nominato come proprio consulente Daniela Lucidi che prenderà parte alle operazioni peritali all'obitorio di Frosinone.