Li abbiamo incontrati tra i vicoli delle città, dei paesi. Tra le mani pacchi e buste. Li abbiamo visti alla porta di tante persone, soprattutto anziane. Mentre eravamo in casa attorno alle nostre tavole, pronti per festeggiare questo Natale in un anno difficile e diverso, loro erano nella mensa diocesana, nelle parrocchie, davanti ai cancelli e portoni di abitazioni per portare un pasto caldo a chi queste festività le sta trascorrendo da solo, o con problemi economici ancora più grandi dovuti all'emergenza Covid-19. Persone che non hanno neppure avuto modo di comprare un panettone da mangiare in famiglia, figuriamoci se hanno avuto la possibilità di scambiarsi doni.

Ma il dono, quello più autentico e vero, è arrivato puntuale nonostante il Covid. Il dono della solidarietà di quella catena di umanità che in questi mesi difficili si è rafforzata ancora di più. E così i volontari della comunità di Sant'Egidio, grazie al prezioso aiuto di giovani, di scuole, commercianti, associazioni, imprenditori, sono riusciti a regalare un momento di gioia nel giorno di Natale a 325 persone. Distribuiti infatti 325 pasti, un aiuto a circa 150 famiglie, composte da molti minori. Ma non solo un pasto caldo, consegnati anche buste con cibo freddo e regali personalizzati. I volontari sono stati anche nella chiesa di San Francesco a Ferentino. Non sono mancate le letterine dei bambini al "babbo natale" della caritas. C'è stato anche qualche bambino che non ha chiesto né giocattolo e né cibo, ma la salute per i genitori.
Abbiamo fatto il punto con la referente della mensa diocesana Paola Mignardi.

«Abbiamo distribuito pasti caldi a un numero elevato di famiglie. Molti di questi pasti erano già stati prenotati nei giorni precedenti. Tutto questo è stato possibile perché c'è stata una grandissima rete di solidarietà. Tantissima gente che si è messa proprio su strada e ci ha dato una mano. In tanti hanno raggiunto nei giorni precedenti la mensa per portare di tutto. Questo è stato possibile grazie proprio a tante scuole, ai centri commerciali, ad associazioni del territorio di Frosinone e zone limitrofe, e anche ad imprenditori. Una vera gara di solidarietà. Un contagio della solidarietà».
A portare il saluto e gli auguri anche il vescovo Ambrogio Spreafico che si è intrattenuto a parlare con i volontari che hanno aiutato a Ferentino e a Frosinone, ma anche con qualche amico povero.

Sua Eccellenza ha sottolineato la bellezza del segno di solidarietà della città che non ha rinunciato a dare da mangiare e gioia a chi è solo e in difficoltà in questo periodo e maggiormente a Natale. In visita nella mesa diocesana anche il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani. Il primo cittadino ha ringraziato i volontari e portato doni. Dunque, una bellissima catena di solidarietà che non si è spezzata durante questo mesi difficili, anzi, si è rafforzata. Mesi in cui sono aumentate anche le richieste di aiuto come ha sottolineato più volte anche Marco Toti, responsabile della Caritas diocesana di Frosinone. Da 50 persone si è passati, durante il periodo del lockdown, tra le 250 alle 350 persone che si sono rivolte alla mensa che è stata aperta anche quattro volte a settimana per prendere un pasto caldo.