Tentano di estorcere denaro ad una persona minacciandola di morte con una pistola. I fatti a Castrocielo nei primi giorni di dicembre. Ma all'appuntamento, in una zona isolata, i malfattori hanno trovato i carabinieri ad attenderli.

I fatti
Questa mattina i carabinieri del NORM, congiuntamente ai militari della stazione di Aquino, hanno eseguito un'ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emessa dal Tribunale di Cassino a carico di un 47enne di Castrocielo, che è stato associato presso la Casa Circondariale di Rieti ed un 60enne di Roccasecca, sottoposto agli arresti domiciliari con applicazione di dispositivi elettronici.

Il provvedimento, emesso a carico dei due soggetti, entrambi già censiti per reati contro il patrimonio, contro la persona ed in materia di stupefacenti, scaturisce da una serie di reati commessi in concorso dai due individui a Castrocielo nei primi giorni del mese di dicembre. In quella circostanza i due si sono resi responsabili di tentata estorsione e porto illegale di armi. Nello specifico i due minacciavano una persona, anche con l'uso di una pistola, tentando di estorcerle ingiustamente una somma di denaro.

L'attività investigativa scaturita dalla denuncia della vittima, ha consentito di accertare che i due malfattori, attraverso minacce di morte, avevano intimato al denunciante di consegnare loro la somma di alcune migliaia di euro. Al malcapitato era stato dato un appuntamento in una zona isolata del territorio, che è stata tempestivamente segnalata dallo stesso ai Carabinieri della Stazione di Aquino e del NORM della Compagnia di Pontecorvo.

I militari, al momento dell'incontro, hanno bloccato uno dei due malfattori, mentre l'altro si è dato alla fuga per le campagne limitrofe. Nell'occasione si è proceduto ad una perquisizione veicolare a carico dell'indagato fermato, a seguito della quale sono stati sequestrati una mazza da baseball ed un manganello.

Le immediate indagini conseguenti alla denuncia condotte dagli stessi militari, hanno consentito di acquisire una serie di messaggi inviati alla vittima tramite "WhatsApp" i quali, grazie anche ad ulteriore attività tecnica eseguita, hanno permesso di documentare compiutamente quanto denunciato, giungendo all'individuazione di entrambi i malfattori.