La crisi sanitaria in un territorio già fortemente penalizzato dalla crisi economica ha avuto un effetto devastante. E per ora, il blocco dei licenziamenti ha impedito il deflagrare di un conflitto sociale che rischia di non avere precedenti nella storia moderna.
I numeri dell'Inps confermati anche dai recenti dati della classifica della qualità della vita del Sole 24 Ore (85esimo posto) fanno della Ciociaria, a tutti gli effetti, una provincia del Sud Italia. A guardare le cifre diffuse dalla direzione regionale dell'Inps c'è tutta un'economia in profonda difficoltà che si aggrappa agli aiuti governativi per compensare gli effetti del lungo lockdown.

In Ciociaria sono state autorizzate 10.469 domande di Cig ordinaria, altre 6.865 di Cig in deroga, 6.742 bonus baby sitter. E ancora 23.423 indennità una tantum per i lavoratori autonomi, 22.999 pagamenti per la Cig in deroga e 15.203 quella ordinaria. A questi si somma poi il reddito di emergenza Covid (12.185 domande tra domande inviate dai cittadini e quelle gestite dai patronati). Quindi ci sono le indennità per i lavoratori del turismo (1.288) dei professionista a partita Iva (7.696), dei lavoratori agricoli (1.365).

In totale a causa del Covid sono pervenute dall'Inps 120.258 domande di cui 114.397 definitive e 5.861 da definire. A Latina le domande sono state 156.956 di cui 151.391 definite e 5.565 da definire, a Rieti 33.846 domande, di cui 32.223 definite e 1.623 da definire, a Viterbo 81.335 di cui 79.335 chiuse e 2.000 da gestire.
«La cassa Covid nel Lazio è aumentata di nove volte - spiega Pietro Maceroni, vice presidente del comitato provinciale dell'Inps - Uno dei parametri per valutare la qualità della vita, uno dei più importanti, oltre ad ambiente e diritti sociali è l'aspetto economico».
E da questo punto di vista la Ciociaria è messa male. «Non c'è dubbio alcuno - replica Maceroni - Siamo in una condizione in cui le marginalità, le povertà e gli aiuti che chiedono le persone sono aumentati di 5/6 volte rispetto al periodo precedente.

La crisi ha colpito il mondo, l'Europa, l'Italia e, a cascata, la Ciociaria facendo esplodere le contraddizioni e le grandi diseguaglianze determinate negli ultimi anni: i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. È un'ulteriore conferma della situazione dopo l'85eismo posto nella classifica della qualità vita».

Da questa situazione non è semplice ripartire. «Se intervengono transizione ecologica e digitale, infrastrutture materiali e immateriali che producono ricchezza si potrebbe invertire il trend. Se c'è la volontà del governo di intervenire con 209 miliardi senza che si mettono a litigare, il nostro Paese si potrà riprendere».
Ma i timori sono tanti. «La preoccupazione sta nel fatto che non ci sono imprese che fanno grossi investimenti e che possono compensare la chiusura degli stabilimenti e la perdita dei posti di lavoro. Per avere un quadro più definito occorre aspettare la fine dell'anno, adesso i licenziamenti sono bloccati, il governo deve mantenere questa norma, altrimenti si va verso uno stillicidio di posti di lavoro».

Maceroni evidenzia poi che «questi sono tutti prodotti Covid con i quali si è data una risposta con immediatezza e sono aggiuntivi rispetto alle prestazioni normalmente adeguate. Bisogna dare un riconoscimento anche ai lavoratori Inps che si sono impegnati per dare risposte all'emergenza. Il problema dei ritardi è stato eliminato, ora la Cig in deroga l'eroga direttamente l'Inps mentre prima si passava dalla regione, poi all'Inps regionale, all'Inps provinciale e i tempi si allungavano molto».

Il report dell'Inps evidenzia che «nel Lazio, secondo quanto emerge dal rapporto semestrale della Banca d'Italia, nel primo semestre del 2020, l'attività economica si sarebbe contratta di 10,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Secondo le previsioni della Svimez, nel 2020 il Pil del Lazio subirà una riduzione dell'8,1%».
Gli effetti della pandemia «sono stati più severi per gli alberghi, i ristoranti e gli esercizi commerciali al dettaglio. Nell'industria sono diminuite le esportazioni, mentre segnali positivi sono emersi per il settore edile, anche grazie alla ripresa delle opere pubbliche». Sul fronte del credito, l'Ins evidenzia che «la domanda di credito delle imprese è stata soddisfatta grazie a condizioni di offerta migliori, favorite dalle misure governative riguardanti le moratorie e le garanzie sui nuovi prestiti».

L'occupazione, invece, «è calata complessivamente dell'1,4% - in misura più marcata nei comparti dei servizi commerciali, dell'alloggio e della ristorazione - nonostante il blocco dei licenziamenti ed il potenziamento degli ammortizzatori sociali che ne hanno rallentato la caduta. La riduzione del numero degli occupati ha riguardato soprattutto quelli alle dipendenze a tempo determinato e i giovani; il calo è stato, inoltre, circoscritto alla componente femminile. Le ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni sono fortemente cresciute e le imprese, eccettuate le manifatturiere, hanno aumentato il ricorso al lavoro a distanza».