Un presunto giro di usura, tra richieste continue, minacce e aggressioni. Persino il progetto fatto dalle vittime di vendere casa e saldare il dovuto. Tutte queste accuse verranno discusse nel dibattimento, aperto ieri, a carico di Christian Vento, il tatuatore di Roccasecca finito al centro di un'inchiesta su un presunto giro di prestiti a strozzo.
I fatti
A mettere fine a questa situazione sarebbe stata la madre di uno degli imprenditori due quelli finiti in un giro di prestiti a strozzo vuotando il sacco. Era stata proprio la madre di un imprenditore del posto a denunciare dopo che il figlio le avrebbe palesato minacce anche nei suoi confronti: «Mamma, se io non pago quelli ti squartano!» le avrebbe urlato piangendo. Un momento di "debolezza", secondo gli inquirenti, in grado di consentire alla donna di mettere a fuoco i suoi dubbi, varcare i cancelli dei carabinieri della Compagnia di Cassino e raccontare tutto.
Da tempo la donna aveva infatti notato comportamenti strani da parte del figlio: sempre più teso e preoccupato, avrebbe prima iniziato a eludere i pagamenti dei fornitori e del personale, le rate, le scadenze. Investimenti sbagliati, qualche dipendenza.
I due imprenditori di Cassino avrebbero cercato soldi per risanare i debiti in ogni modo, quindi l'idea di mettersi in società, sperando di risalire la china. Tutto inutile.
Quando la madre-coraggio si rivolge ai carabinieri, uno dei due era persino fuggito per evitare ritorsioni, l'altro aveva pensato al suicidio con un cappio fatto con un cavo elettrico. Arrivare alla denuncia non è stato facile. Gli accertamenti dei militari dell'Arma neppure: la ritrosia delle vittime a parlare è stata un muro davvero alto. Ma non impossibile. Poi la chiusura delle indagini, l'arresto del quarantaquattrenne (ora ai domiciliari), assistito dall'avvocato Mariano Giuliano, e le recenti richieste del pm che ha avanzato l'istanza dell'immediato.
La scelta
Codici, l'associazione per la tutela dei diritti dei consumatori, ha palesato ieri mattina la volontà di costituirsi parte civile nel processo. Dopo l'opposizione della difesa e le valutazioni del caso, si è deciso per un rinvio al 7 gennaio. In quella data si entrerà nel vivo.