Aveva raggirato un anziano imprenditore. Aveva fatto credere all'uomo che l'avrebbe sposato. Era riuscita a farsi intestare anche il conto in banca. E proprio grazie alla firma in poco tempo ha prelevato circa 35.000 euro.
Sono queste le accuse che hanno fatto finire sotto processo S. P., 52 anni di Ferentino, dopo le denunce dei familiari dell'uomo, anche lui residente nella città gigliata. La donna è stata condannata a un anno e otto mesi, pena sospesa, e al pagamento di una congrua provvisionale.
L'uomo, all'epoca dei fatti settantacinquenne, è deceduto quattro anni fa. Proprio dopo la sua morte i parenti hanno notato strani movimenti sul conto del pensionato. La donna è stata accusata di circonvenzione di incapace.
La ricostruzione
I fatti risalgono tra il 2013 e il 2014. La badante ha sempre sostenuto che il denaro era stato prelevato per volere dell'uomo. Giovedì la sentenza davanti al giudice Giuseppe Farinella. La donna abitava poco distante dall'abitazione del settantacinquenne ed era stata contattata da alcuni parenti per andare ad aiutare nelle pulizie e faccende domestiche l'anziano rimasto vedovo.
La cinquantaduenne si recava anche in giorni non stabiliti; la frequenza era sempre più assidua. Tanto è che, secondo le accuse, era riuscita a costruire un legame con l'imprenditore. Aveva fatto credere al ferentinate anche che lo avrebbe sposato. Così che era riuscita a farsi intestare i conti correnti e a prelevare circa trentacinquemila euro. Con una parte del denaro aveva comprato anche una macchina nuova.
Giuseppe Spaziani e Claudia Padovani, avvocati della famiglia dell'uomo, hanno mostrato certificati con i quali si attesta che l'uomo prima del decesso era affetto da patologie e che era incapace di intendere e di volere.
Sono stati ascoltati diversi testimoni, tra cui i parenti dell'anziano. L'altro ieri la condanna a un anno e otto mesi per la donna difesa dall'avvocato Rachele Cellitti.