L'incubo di Gianluca e Annalisa De Bellis e del loro piccolo, è iniziato il 6 novembre del 2019: erano le dieci e mezza di sera quando hanno sentito dei rumori di pietre che rovinavano a terra. Il tempo di uscire fuori e rendersi conto del pericolo: dal muro dirimpetto si stavano staccando delle pietre che minacciavano la loro abitazione. Hanno immediatamente chiamato i vigili del fuoco, che sono intervenuti insieme ai carabinieri e al sindaco Rivera.

Dopo poco è stato imposto loro di prendere lo stretto necessario e abbandonare la casa. Nel verbale che ne seguì si legge che si ritenevano «urgenti i lavori di messa in sicurezza del muro». In realtà, una segnalazione delle precarie condizioni della struttura, piena di crepe, era già stata presentata dalla giovane famiglia, rappresentata dall'avvocato Raffaele Iannotta, al Comune, ma di recente la coppia ha anche scoperto che è "sparito" il contenuto di quel protocollo.

Da tredici mesi, Gianluca, Annalisa e il bimbo non possono più mettere piede nella loro casa, diventata "zona rossa", e sono costretti a vivere in affitto in un altro comune. Vanno, ogni settimana, a ritirare la posta nella cassetta delle lettere, perché sono a tutti gli effetti ancora cittadini di Sant'Andrea del Garigliano.

Ed è così che in estate hanno "smascherato" un tentativo di sistemazione del muro per loro del tutto sommario. «A nessuno sembra importare di noi» la rabbia di Annalisa che ora annuncia che lei e il marito sono pronti a presentare denuncia in procura. Il muro pericolante ha creato disagi non solo a questa famiglia, ma a tutti i residenti del centro storico, perché è stato chiuso il transito ai pedoni e alle auto lungo tutta via Paradiso.

Il sostegno
Della vicenda si sta occupando anche il gruppo di opposizione "Pro getto Futuro". I consiglieri Federico Pontiero e Gino De Simone hanno ricordato al sindaco, che li ha accusati di fare propaganda: «Sa benissimo che non ne abbiamo bisogno, qui si tratta invece di una triste realtà. Come fa notare Gianluca, c'era stata un'ordinanza fatta nel novembre del 2019, in cui venivano concessi cinque giorni per la messa in sicurezza. Ci fu anche un consiglio comunale in cui chiedemmo spiegazioni e una risoluzione in tempi brevi.

Siamo arrivati a dicembre 2020 e non è cambiato nulla, e la famiglia De Bellis ancora non è riuscita a rientrare nella propria casa ed è costretta a pagare un affitto. Loro non stanno chiedendo nulla di straordinario, solamente di rientrare nella loro abitazione. Hanno il diritto sacrosanto di rientrare a casa, diritto che gli è stato negato per tempi lunghi, burocrazie e inutili attese».

Questa settimana forse qualcosa potrebbe sbloccarsi.
Il sindaco, infatti, ha annunciato: «I proprietari del muro pericolante hanno presentato una Cila con progetto per la messa in sicurezza del muro. Noi non siamo insensibili a certe situazioni, sicuramente non facciamo propaganda, ma cerchiamo solo di risolvere i problemi, anche se a volte passa più tempo del previsto».

Chi si sarebbe prodigato molto è l'ex sindaco Rossi, che personalmente ha cercato di contattare i proprietari del muro perché sistemassero la struttura una volta per tutte: «Ora bisogna risolvere definitivamente e presto la questione, la Cila è il primo passo per riportare la famiglia nella sua casa» ha detto l'attuale vice sindaco.

Intanto, Gianluca, Annalisa e il piccolo trascorreranno il secondo Natale in un'altra casa, ma sperano di poter tornare a Sant'Andrea prestissimo».