Tutto nasce dall'inchiesta madre sulle patenti facili a Frosinone. Dall'inchiesta pay to drive la procura ha spostato l'attenzione sui beneficiari degli esami. Così ieri, il gup del tribunale di Frosinone ha rinviato a giudizio, per il 30 aprile, tutti e 72 gli imputati presenti alle sessioni di esame con l'aiuto. Il sistema escogitato secondo la procura era d iinserire durante le prove scritte suggeritori o sostituire i candidati che avevano pagato.

Tra gli accusati ci sono dei ciociari, residenti a Sora, Cassino, Monte San Giovanni Campano, Rocca d'Arce, Campoli Appennino, Pontecorvo, Piglio, Isola del Liri, Boville Ernica e Arpino, ma anche italiani provenienti dalle province di Bergamo, Caserta, Chieti, Potenza, Reggio Emilia e Viterbo, nonché africani residenti in Abruzzo, Toscana, Umbria, Emilia Romagna, Marche, Roma e Latina; indiani di Roccasecca, Sabaudia e Sezze; cinesi venuti provenienti da Lombardia, Sicilia, Veneto, Emilia Romagna, Campania e Calabria; albanesi partiti da Umbria, Abruzzo e Alto Adige; e poi pakistani, turchi, romeni e bulgari.

Sono difesi dagli avvocati Carlo Coratti, MarioCellitti, Marco Maietta, Giampiero Vellucci, Antonino Nobile, Renato Rea, Danilo Iafrate, Marilena Colagiacomo, Antonio Celani e Gianfranco Rotondi.