Convivere con il Covid è difficile un po' per tutti. C'è chi, però, sta pagando più degli altri queste restrizioni. I bambini, che stanno perdendo tanto della loro quotidianità, i soggetti immunodepressi, che vivono giorno dopo giorno sotto una campana di vetro, e i "nonni" che hanno rinunciato a tanto, dalle attività di gruppo, ai momenti di condivisione, alle gite fuori porta in gruppo e, soprattutto, a stare con i nipotini. Alcuni non sono riusciti neanche a "conoscere" i nipotini che sono nati in questi mesi, se non tramite videochiamate.
A spiegare un po' come è cambiata la vita sono i "ragazzi" del centro anziani Bembo. Il presidente del centro anziani Oliviero Niro, Antonio Mazzini, Anna Vettese e Maria De Marco fanno il punto. Come è cambiata la vita? Cosa pensano dei giovani che affollano la città per l'aperitivo? Ma, soprattutto, cosa manca della vita pre Covid e come si vive questa nuova e inaspettata solitudine?

Oliviero Niro ne ha da dire: «La vita è cambiata tantissimo, dalle relazioni familiari, ai rapporti interpersonali. La mancanza di abbracci, una stretta di mano, il distanziamento, la paura, l'isolamento, l'informazione che ti terrorizza, le giornate passate in casa, l'amico divano che oggi diventa quasi un nemico. Noi siamo la storia, i giovani faranno la storia, i loro comportamenti sono frutto di una mancata corretta informazione e di regole applicate senza costanza. Ce la prendiamo con i giovani per l'aperitivo quando basterebbe imporre regole di somministrazione precise. Diamo a loro la colpa degli assembramenti e poi sui mezzi pubblici è caos. A mancare sono sicuramente la quotidianetà, il caffè con gli amici, una pizza o il ballo. L'anziano oggi si sente abbandonato dalla società.

Oggi più che ieri la solitudine attanaglia la terza età, ho la fortuna di gestire un centro anziani, credo quello con maggior numero di iscritti della provincia, e ora, come tutti, siamo chiusi. In questo momento è sicuramente la terza età che sente il problema solitudine che spesso sfocia in depressione, gli anziani sono la storia, l'economia, le risorse nel Paese».
Della stessa idea anche Antonio Mazzini: «La vita è cambiata molto, a causa delle restrizioni non posso viaggiare come prima. Mi mancano tanto quelle belle gite e il poter rivedere i tanti amici. Purtroppo molti giovani, incuranti del momento difficile in cui viviamo, non rispettano le regole. Vorrei poter rivedere figli e nipoti come prima senza timore».

«La mia vita è cambiata sia in positivo che, ovviamente, in negativo - spiega invece Anna Vettese - ho capito che bisogna apprezzare davvero tutto quello che ci circonda e che niente è scontato e ti può essere tolto da un giorno all'altro. Ho più consapevolezze di godermi natura e persone. Di negativo c'è che mi mancano tanto i rapporti sociali con baci e soprattutto abbracci. Dei giovani, ma anche meno giovani, ritengo che siano degli irresponsabili per loro e per gli altri. Della vita prima del Covid mi manca soprattutto il mio servizio di volontariato nell'ospedale».

«Posso dire che con il Covid cambia lo stile di vita. Esco poco per la mia malattia ma mi manca l'incontro con le amiche. Alle persone che affollano i bar o le piazze posso dire che mancano di rispetto per loro stessi e per gli altri, secondo il mio parere ci vorrebbe più rigore e sanzioni molto pesanti, proprio come in Cina» conclude Maria De Marco.