La priorità è il piano vaccinale, senza perdere di vista però le curve del contagio e dei decessi. Perché alla fine lo scenario della pandemia da Covid-19 è tutto collegato. Specialmente con le festività natalizie alle porte.

E che non si debba neppure pensare ad abbassare la guardia lo ha ribadito l'assessore regionale alla sanità Alessio D'Amato, che in un'intervista al Corriere della Sera ha detto: «Ci stiamo attrezzando anche per la terza ondata, rafforzando cioè ulteriormente la rete ospedaliera». Concetto che aveva già espresso quasi un mese fa, quando aveva sottolineato: «Dobbiamo essere pronti anche per una terza ondata dell'epidemia di Coronavirus con l'arrivo anche del picco dell'influenza a gennaio-febbraio».

Il piano per la profilassi
Si continua a lavorare senza sosta al piano vaccinale, con particolare riferimento in questa fase all'organizzazione per la somministrazione delle dosi della Pfizer, le prime che arriveranno in Italia quando, entro il 29 dicembre prossimo, l'Agenzia europea del farmaco darà il via libera. Intanto la Regione Lazio ha inviato una lettera a tutte le Aziende ospedaliere e alle strutture sanitarie per sapere il numero esatto e i nominativi dei soggetti ai quali inoculare il vaccino nella prima tranche, quella dedicata appunto ai sanitari.

Ma c'è di più, dal momento che la Regione vuole altresì conoscere i nomi di chi potrebbe somministrare le dosi.
Un progetto a tappeto, parametrato su 7 giorni su 7.
Con turni di otto ore. Pure la Asl di Frosinone è al lavoro sul medesimo versante. Nella prima tranche della vaccinazione verranno inclusi i medici ospedalieri, quelli di base e quelli che lavorano nelle Rsa. Ma pure gli ospiti delle residenze sanitarie assistite. E i farmacisti. La Asl di Frosinone ha disposto l'acquisto di 3 degli 80 frigoriferi per il vaccino della Pfizer. Li ha ordinati la Regione.

Nel Lazio arriverà una tranche di 180.000 dosi, poco meno del 10% del totale della fornitura nazionale. Il finanziamento totale è di 618.550 euro, quello per la Asl di Frosinone di 55.000euro. I congelatori saranno sistemati presso l'ospedale Fabrizio Spaziani di Frosinone, hub di riferimento. Le prime dosi del vaccino della Pfizer dovrebbero quindi arrivare a gennaio. La campagna vaccinale, che durerà per tutto il 2021, sarà su base volontaria. Il secondo blocco di vaccinazioni riguarderà i malati cronici e i soggetti fragili. Poi la profilassi potrebbe essere estesa alle forze dell'ordine e agli adolescenti. Per quanto riguarda il vaccino della Pfizer/Biontech, il parere dell'Agenzia Europea del Farmaco arriverà entro il 29 dicembre.

Dovranno essere somministrate 2 dosi, a distanza di tre settimane l'una dall'altra. L'efficacia della profilassi è stimata al 95% a sette giorni dalla seconda dose di vaccino. Questo vaccino dovrà essere conservato a 70-80 gradi sottozero. Poi c'è il vaccino di Moderna. Il parere dell'Agenzia Europea del farmaco ci sarà il 12 gennaio. Anche in questo caso 2 dosi, a distanza di quattro settimane l'una dall'altra. L'efficacia è stimata al 94,5% a due settimane dalla seconda dose di vaccino.
Dovrà essere conservato a una temperatura di 2-8 gradi per trenta giorni e di -20 gradi per sei mesi. C'è anche il vaccino di Oxford-AstraZeneca. Pure in tal caso 2 dosi, a quattro settimane l'una dall'altra.

I test sierologici
La Asl di Frosinone continua ad effettuarli senza sosta. Ieri 60. I positivi, che in questo caso sono stati 4, sono quelli che hanno sviluppato gli anticorpi. In totale ne sono stati fatti 24.045, con 686 positivi. Per una percentuale del 2,85%, leggermente superiore a quella di fine ottobre (2%). I test sierologici possono essere visti come il termometro della circolazione del virus in un determinato territorio. Evidente che l'impatto dell'ondata di novembre ha avuto effetti pure su tale versante. La positività al test sieriologico significa aver sviluppato gli anticorpi e quindi essere venuti in contatto con il virus. Per questo chi è positivo viene sottoposto anche al tampone orofaringeo. La positività al test sierologico e la negatività al tampone indica la non contagiosità nel momento attuale.

Se invece si risulta essere positivi pure al tampone, allora vuol dire che c'è ancora la contagiosità. Gli anticorpi sintetizzati a seguito dell'infezione sono di tre tipi. Si parte dalle immunoglobuline di tipo M (IgM): sono gli anticorpi prodotti nella fase iniziale della malattia. La positività per le IgM individua quindi un'infezione recente. Poi ci sono le immunoglobuline di tipo G(IgG): sono gli anticorpi prodotti in una fase più tardiva, definiti anche anticorpi della memoria, perché destinati normalmente a garantire l'immunità nel tempo.
Le IgG sono fondamentali perché individuano anche le persone che hanno superato il Coronavirus da asintomatiche o da paucisintomatiche. Infine le immunoglobuline di tipo A (IgA): alcuni test valutano pure l'eventuale presenza delle IgA, che sono gli anticorpi presenti sulla superficie delle mucose dell'apparato respiratorio. È un fronte che dunque resta molto attenzionato.