La droga è solo la punta dell'iceberg. Gli investigatori lo sanno e puntano ai soldi. A quelli impiegati per finanziare l'acquisto delle partite di stupefacenti e a quelli provento dello spaccio reinvestiti in attività lecite. Seguire i soldi si diceva una volta. Ed è quello che fanno le forze dell'ordine in Ciociaria per contrastare il lo spaccio di stupefacenti, un fenomeno che non si è arrestato durante il lockdown. Arresti e sequestri proseguono ininterrotti, con più vigore dopo una serie di operazioni che hanno riguardato anche Sora, Cassino e l'area Nord.

Il commissario capo Flavio Genovesi dirige la squadra mobile della questura di Frosinone. E indaga sui gruppi organizzati per spacciare la droga, come anche sui modi con cui cercano di far fruttare i soldi dello spaccio.
«Sono due i canali di approvvigionamento in provincia, Roma e Napoli - spiega il dirigente della squadra mobile - Per troppi anni ci siamo concentrati su Frosinone, ora abbiamo capito che bisogna mirare anche altrove. A Sora abbiamo effettuato l'operazione più grande degli ultimi venti anni, scoprendo due gruppi criminali che facevano capo a due grosse organizzazioni campane».
Alla risposta delle forze dell'ordine con ordinanze, chiusure di case adibite allo spaccio o allo stoccaggio, c'è la controrisposta delle organizzazioni criminali.

«La modalità dello spaccio è cambiata - prosegue Genovesi - La vicinanza con Roma e Napoli fa sì che nessuno trasporti più i venti chili. Quando ci sono sequestri di questo tipo quei carichi non sono destinati a Frosinone perché, stando a un'ora dai canali di approvvigionamento, si preferisce piccoli rifornimenti con pochi quantitativi per andare avanti 7 o 10 giorni e poi ricaricare. C'è differenza se si viene presi con 10 chili o con 50 grammi. Nel primo caso la perdita per l'organizzazione è di almeno 350.000 euro che, una volta tagliata la droga, avrebbero fruttato 1 o 2 milioni. Il rischio non vale. Il Casermone con duecento clienti al giorno è scomparso. A Frosinone ci sono cinque-sei piazze, al centro, alla stazione, in via Marittima, a Frosinone alta, a corso Lazio. Hanno capito che così ci rendono difficoltose le indagini».

Eppure, i colpi inferti allo spaccio quest'anno sono diversi. «Il 2020 va in archivio con grandi risultati, per noi e per i carabinieri. Durante il lockdown è nata una sorta di mutualità. Sono state chiuse le indagini nate dopo un tentato omicidio. Con il lockdown la droga la portavano a casa. Non era certo la multa da 300 euro a frenarli. Al casello di Ferentino abbiamo sequestrato tre chili di cocaina. Solo come squadra mobile in dieci mesi abbiamo eseguito oltre 60 arresti e 50 denunce con il sequestro di cinque chili di cocaina, due etti di eroina e cinque etti di hashish. Per via Bellini abbiamo contestato l'associazione. Gira anche tanta eroina, soprattutto nel Sorano e a Cassino.

Che ci sia un'organizzazione, si evince dal recente sequestro di 113.000 euro. Su Frosinone girano tanti soldi: possiamo stimare che vengano piazzati dieci chili di cocaina al mese».
La caccia ai soldi, dunque. «Dietro c'è chi movimenta grandi quantitativi di soldi prima ancora che la droga. Bisogna andare dietro ai soldi e capire come vengono reinvestiti».