Rapina in danno di una prostituta sulla Consortile Fiat. Un episodio particolarmente violento, dopo un tentativo da parte di un possibile cliente di strappare la borsetta a una meretrice, trascinata sull'asfalto per diversi metri dopo aver tentato di resistere a quella violenza. A finire tra i sospettati anche un giovane barista di Cassino, poco più che ventenne: la descrizione fisica era abbastanza corrispondente. Alcuni dettagli potevano risultare convincenti e il ragazzo per quella serata non aveva un alibi.

Quattro anni - tra indagini e fase preliminare - per arrivare a un proscioglimento dal gup Scalera.
Ma anche le indagini difensive, condotte dall'avvocato Renato Ciamarra, non sono state affatto facili.
La denuncia della ragazza straniera, vittima della rapina, era abbastanza circostanziata. Trasportata in ospedale per le ferite riportate a causa di quel gesto vile, aveva subito raccontato dalle forze di polizia di un giovane, descrivendolo con grande attenzione. Tra i possibili colpevoli (proprio per alcuni elementi forniti dalla vittima) anche il giovane barista.

Un ragazzo che di fatto non aveva allora neppure l'auto. Ma questo per gli inquirenti non era un problema: poteva averla presa in prestito. Inutile quanto dichiarato in merito alla stessa sera dal potenziale rapinatore: non aveva un testimone in grado di confermare il suo alibi. Così era stato indagato e sottoposto a una serie di accertamenti, tra cui anche il riconoscimento diretto da parte della prostituta. Davanti a lei, sette uomini, simili tra loro.

Sette possibili rapinatori che avrebbero potuto avvicinarsi e strapparle la borsetta sporgendosi dal finestrino. L'avvocato Ciamarra ha condotto una serie importante di attività difensive, sottolineando un elemento in particolare: il suo assistito era molto più giovane dell'uomo descritto dalla straniera. Dettaglio di non poco conto. Il giudice dell'udienza preliminare ha accolto appieno la difesa del ragazzo, prosciolto da ogni accusa.