Soltanto due delle cinque ragazze sospettate di aver esercitato la prostituzione nelle abitazioni messe a disposizione da una coppia di Frosinone si sono presentate ieri all'udienza fissata per l'incidente probatorio che si è svolta davanti al giudice Giorgia Castriota, nel procedimento a carico di Gianfranco Grandi e Patrizia Caprara, marito e moglie accusati del reato di favoreggiamento della prostituzione, per aver, appunto, affittato alcune abitazioni tra Sabaudia e Terracina alle "lucciole" provenienti da diverse parti d'Italia.
L'incidente probatorio, chiesto dal magistrato titolare dell'inchiesta, il procuratore aggiunto Carlo Lasperanza, si è reso necessario per evitare che le prostitute, tutte straniere e alcune delle quali senza permesso di soggiorno, facessero perdere le loro tracce e potessero testimoniare prima dell'eventuale dibattimento.
Gli indagati, che nelle scorse settimane hanno ottenuto anche l'annullamento da parte del Riesame degli arresti, rappresentati dall'avvocato Nicola Ottaviani, si sono sempre professati innocenti e ignari di quello che le ragazze facessero negli appartamenti, sostenendo che dall'affitto alle ragazze non derivava loro un ulteriore vantaggio economico rispetto a un affitto "normale".
Hanno sempre riferito di aver affittato anche a normali vacanzieri per dimostrare che gli appartamenti non erano ad uso esclusivo delle prostitute come sostenuto dalla Procura di Latina. Inoltre, hanno aggiunto che seppur qualche sospetto potesse loro balenare, visto che si trattava spesso di ragazze avvenenti, entrambi non avevano mai accertato direttamente cosa le ragazze facessero all'interno degli appartamenti.
Il giudice ha fissato una nuova udienza al 22 dicembre, per ascoltare le tre ragazze che oggi non si sono presentate. Sarà da capire, soprattutto, se le ragazze si trovano ancora in Italia oppure se, come si temeva, hanno fatto perdere le loro tracce.