Promette a un operaio di far archiviare un procedimento penale nei suoi confronti, si fa consegnare una somma di tutto rispetto e finisce in carcere. A millantare conoscenze tali da far chiudere d'emblée un processo a carico di un quarantaduenne di Roccasecca è stato un imprenditore di Colfelice di 65 anni, M.P., finito ora nei guai per una ipotesi di estorsione.

L'uomo, che conosceva il quarantaduenne - secondo quanto accertato dai carabinieri della stazione di Arce, della Compagnia di Pontecorvo coordinata dal capitano Nicolai - avrebbe messo "sul piatto" una serie di rassicurazioni tali da indurre la vittima a credergli.
Avrebbe infatti affermato di avere buone conoscenze e di poter, con qualche piccola somma, giungere presto alla chiusura di un fascicolo aperto per un sinistro stradale. E il quarantaduenne, incensurato, gli ha creduto, sperando di poter così non avere grane con la giustizia.

Invece - come riferito poi ai carabinieri - questo sarebbe stato solo l'inizio di una serie di richieste estorsive. E di un periodo di minacce. Piccole somme, divenute pian piano importanti. Richieste prima velate, poi - stando sempre al racconto della vittima - diventate vere e proprie minacce. Persino di morte. In totale, l'uomo sarebbe riuscito a farsi consegnare 2.600 euro.
Ma non le ultime 200, costate molto care all'imprenditore.

L'operaio, infatti, dopo le ennesime minacce e le ulteriori richieste di denaro si è rivolto ai carabinieri di Pontecorvo, mettendo in moto le indagini.
Scatta il servizio
All'ultima richiesta di denaro ha fatto seguito un servizio organizzato a tavolino: la consegna dei soldi davanti a diversi "spettatori in divisa", ovviamente nascosti.
Quando il sessantacinquenne ha ricevuto la somma richiesta, sono saltati fuori i militari di Arce e quelli dell'Aliquota operativa: un servizio coordinato ben riuscito. E per M.P., già noto alle forze di polizia per reati contro la persona e il patrimonio, sono scattate le manette. E il trasferimento in carcere a Isernia.