Ama la musica, quelle note magiche che gli hanno permesso di affrontare un periodo difficile della sua vita.
Compone, scrive, studia. È determinato e il suo percorso, fatto di sacrifici, lo hanno portato a conquistare il primo obiettivo: un contratto discografico. Protagonista è Giovanni Cristian Marrocco, 25 anni, giovane talento di Cervaro, laureato presso l'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale e iscritto al master in Digital Communication sempre presso l'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, che ci racconta l'inizio di una passione diventata la sua strada.

Da cosa nasce la tua passione per la musica?
«La passione per la musica ha origine molti anni fa, quando ero piccolo. Affrontavo un periodo molto difficile della mia vita. Ero solo, avevo difficoltà ad interagire con i bambini e la musica mi trasmetteva qualcosa che mancava a tutti gli altri. Imparai presto ad ascoltare tanti generi diversi, aiutato anche da mia madre, ex cantante, e mio zio musicista».

Come nasce la tua musica?
«La mia musica è il frutto di una serie di mutamenti. Scrivo da sempre, dai primi accordi di piano e di chitarra quando ero ragazzetto. Inizialmente componevo con una vena molto pop, anche se perlopiù composizioni musicali senza testo, poi ho avuto una fase più rock ed infine questa chill/alternative. Credo dipenda molto dall'età, dalle varie fasi che una persona affronta, dalle storie che vive, dalle sensazioni e le emozioni che percepisce. La composizione musicale è un po' una finestra sull'anima».

Tu hai un contratto discografico. Quali sono i tuoi progetti futuri?
«Voglio continuare a lavorare duro per poter costruire il mio futuro come artista e come persona. Ho fatto tanti sacrifici per conquistare questo primo obiettivo (il contratto discografico), non mi fermerò adesso. So di essere destinato a questo mondo, so di avere le capacità e sono felice che così tante persone mi stiano dando molti stimoli con i loro feedback e il numero di ascolti».

 Il Covid ha portato a grandi difficoltà soprattutto nell'industria dello spettacolo, e, quindi, della musica. In queste settimane ci sono state molte prese di posizione. Tu che sei un giovane musicista, come ha influito il Covid sulle tue creazioni?
«Sì, il Covid purtroppo è stato un imprevisto nella vita di tutti. Quando è arrivato in Italia mi trovavo a Milano dove vivevo, studiavo e lavoravo. Purtroppo con il lockdown e le difficoltà settoriali ed economiche, io e la mia compagna siamo stati costretti a tornare a Cassino.
Una nota positiva però c'è stata a livello creativo in quanto mi ha dato modo di concentrarmi più attentamente sui miei progetti e su come realizzarli al punto da pubblicarli tramite etichetta discografica».

Quali sono i tuoi riferimenti musicali italiani ed esteri?
«Non ho un genere in particolare, quando ero più piccolo avevo una vena molto British Rock, ascoltavo tanto Oasis, The Smiths, Arctic Monkeys e non solo. Suonavo con varie band nella mia zona. Oggi, maturando come persona e come artista, ho imparato ad apprezzare tutto. Sono molto legato alla tradizione cantautorale italiana ma anche a questo nuovo "Indie Pop". Ascolto spesso band storiche e attuali come Queen, Pink Floyd, Muse, Maroon 5 e altri».

Chiudiamo con la musica. Mi dici la tua canzone del cuore? Quella a cui sei più legato?
«La canzone a cui sono legato da sempre è Love Is A Laserquest degli Arctic Monkeys. Per un motivo speciale e particolare. Dieci anni fa scrissi il mio primo testo dopo aver composto una base musicale con arpeggio di chitarra e pianoforte. Mesi dopo scoprii che il mio testo, in italiano, coincideva per l'85% con le parole, le metafore e le analogie del testo della canzone della band inglese».