Nuove razzie nei cassonetti degli abiti usati. Presi di mira nel weekend quelli di via Tommaso Campanella, cumuli di indumenti sono stati sparsi sul marciapiede.
I cassonetti pieni hanno spinto qualcuno a lasciare le buste piene di vestiti, cappotti e coperte accanto ai contenitori per la raccolta. Nella notte poi sono state diverse le auto e le persone che si sono fermate a "scavare" nei mucchi di indumenti bagnati dalla pioggia. 

A notarli i residenti: «Non è la prima volta, ma non accadeva da un po' - spiega Maria Rosaria che abita in un condominio adiacente alla piazza -. Pioveva e hanno fatto un disastro, buttando all'aria un po' di tutto. Non erano profughi, sembravano uomini e donne come tanti, sono arrivati a bordo di utilitarie. Sembravano coppie, alcuni hanno anche litigato per accaparrarsi un cappotto e delle coperte in pile, parlavano in italiano, ero in balcone a fumare e si sentivano distintamente.
Ormai la disperazione è totale».

«Mi domando - continua la donna - come mai la gente non preferisca portare i vestiti e le coperte che non usa più in strutture caritatevoli che possano distribuirle in modo appropriato, in condizioni decorose e a chi ne ha veramente bisogno. Questo scempio in strada non aiuta nessuno, è solo l'ennesima conferma dello stato di emergenza in cui molta gente sta vivendo, anche in una città come la nostra che non è una metropoli».

Non più profughi ed extracomunitari in bicicletta, ma padri e madri, uomini e donne insospettabili che cercano di recuperare indumenti per tutta la famiglia dai cassonetti sparsi per la città, anche in via Cimarosa.