Ancora non sono riusciti a raccogliere la testimonianza della vittima, che resta sedata. I carabinieri di Pontecorvo, guidati dal capitano Tamara Nicolai, hanno degli elementi ben precisi tra le mani e stanno portando avanti tutti gli accertamenti del caso per mettere a fuoco cosa sia accaduto sabato nella rimessa del sessantenne di Pontecorvo massacrato, sembrerebbe, per alcune centinaia di euro e una catenina d'oro. L'uomo, trovato privo di sensi dal figlio dopo diverso tempo dalla violenza, resta sedato all'ospedale di Cassino dove è stato subito trasferito a seguito dell'aggressione, si ipotizza a scopo di rapina.

Per questo non è stato ancora possibile ascoltarlo, raccogliere una testimonianza preziosa che farà da collante alle informazioni su cui si stanno concentrando i carabinieri. La pista c'è. Occorre approfondire ogni aspetto. A lanciare l'allarme è stato il figlio del sessantenne: il suo silenzio e quell'anomalo ritardo per cena ha fatto salire la paura che fosse accaduto qualcosa. Quando il figlio della vittima ha raggiunto via Tore, dove si trova la rimessa di famiglia, ha temuto il peggio: il cancello chiuso, nessun segno della presenza del padre che invece aveva riferito uscendo di casa di recarsi proprio nella loro proprietà per alcuni lavoretti.
Riverso a terra, con i segni visibili dell'aggressione: inizialmente si era pensato a una emorragia cerebrale.
Per fortuna scongiurata. Diverse le fratture riportate, soprattutto nella zona delle costole e della schiena. I militari stanno indagando per escludere o confermare le ipotesi nelle loro mani.