«La vicinanza alle imprese associate è fondamentale in questo periodo di pandemia. Perché hanno bisogno di informazioni su tutti i fronti». Così Miriam Diurni, presidente di Unindustria Frosinone. Guarda avanti la Diurni e tratteggia uno scenario di speranza. «Piangersi addosso non serve a nulla», sottolinea. L'abbiamo intervistata.

Allora presidente, che scenario vede?
«Guardi, dopo la fine del lockdown si era registrata una certa ripresa della fiducia, poi è arrivata la seconda ondata. Come Unindustria stiamo facendo un gran lavoro sui settori e sulle filiere. La difficoltà maggiore è quella di programmare in una situazione come questa, dove tutto è precario. Avverto preoccupazione e stanchezza, ma vedo pure il bicchiere mezzo pieno».

Vale a dire?
«L'eccellenza del chimico-farmaceutico.  Penso alla Catalent, alla Sanofi. Ma vedo pure la logistica.
E degli autentici "miracoli", come la Biomedica Foscama, che ha ripreso e riassunto 70 dipendenti.
È una ventata di entusiasmo».

Cosa succederà quando terminerà il divieto di licenziamento?
«Licenziare è sempre l'extrema ratio per qualunque imprenditore: i lavoratori sono parte fondamentale delle aziende. Non mi nascondo dietro un dito: si porrà il problema di alcune ristrutturazioni. Ma non prendiamoci in giro: lo tsunami Covid ha una dimensione nazionale ed internazionale, non riguarda solo la provincia di Frosinone. Noi contiamo di mettere in campo azioni correttive per sostenere le aziende e i lavoratori. Aggiungo due considerazioni però. La prima: non è che prima del Covid la nostra economia andasse a gonfie vele e non ci fossero problemi. La seconda: oltre alle eccellenze citate prima, in questa provincia ce ne sono altre. Penso all'intero settore manifatturiero.
E anche alle aziende che operano nel settore della meccatronica. Chi ha sofferto maggiormente per il Covid? Beh, sicuramente il turismo, che però poi ha prodotto effetti pure sulla grande distribuzione, sui trasporti, sulla logistica. Bisogna pure dire però che l'emergenza Covid ha determinato il boom dell'e-commerce».

Strategie per rilanciare il sistema industriale ed economico dopo il Covid?
«Intanto con ala Regione Lazio stiamo lavorando al Fesr 2021-2027. L'obiettivo è mettere in campo 1.300 milioni di euro di investimenti in sei anni. A livello nazionale la frontiera è quella della riforma della disciplina degli aiuti di Stato. Per quanto riguarda la provincia di Frosinone, l'importanza della logistica nel futuro sarà sempre maggiore. Però non dobbiamo dimenticare che in Ciociaria l'industria pesa per il 23,3% sul prodotto interno lordo. La media nazionale è del 19,9%. Voglio dire che la ripresa potrà e dovrà passare dal settore dell'industria. Il che significa puntare molto sul Recovery Plan. Ma pure sulle infrastrutture e sulla manutenzione stradale, che è sempre importante. Penso alla strategicità delle aree industriali di Frosinone, Ferentino, Anagni. Negli ultimi anni ci siamo battuti molto per migliorare le condizioni delle zone industriali, anche e soprattutto sul versante dell'accessibilità. E poi un miglioramento della manutenzione produce degli effetti importanti pure sulla riduzione dell'inquinamento. Ci sono investimenti per 12 milioni di euro, relativamente a 16 grandi opere da effettuare sull'area industriale. Si tratta di progetti che stiamo seguendo insieme alla Regione Lazio e al Consorzio Asi. Ci sono finanziamenti importanti anche per quanto riguarda l'area industriale del cassinate».

Infrastrutture, logistica, Alta Velocità: quanto saranno importanti le sinergie e il potenziale? «Saranno fondamentali, decisivi. La Tav è un'opportunità straordinaria. Ma non soltanto per la provincia di Frosinone. Ma per tutti i territori limitrofi, le province confinanti. Voglio dire anche un'altra cosa: la Tav non è soltanto il collegamento veloce con Roma.
L'Alta Velocità vuol dire collegamento con il Nord Italia e soprattutto con l'Europa. Per questo è un'opportunità strategica per l'intera provincia e oltre. Ma soprattutto è una possibilità incredibile per i nostri giovani. Occorre una visione per far scattare quelle necessarie sinergie delle quali parlava lei. In questo senso bene il lavoro del presidente del consiglio regionale del Lazio Mauro Buschini per quanto riguarda le risorse del Recovery Fund per infrastrutture di collegamento tra il Lazio sud e l'Adriatico».

Si arriverà mai alla bonifica della Valle del Sacco? «Stiamo lavorando molto su un versante fondamentale, quello procedurale. Perché se riusciremo a sbloccare questo aspetto, allora finiranno le incertezze. Sotto questo punto di vista le norme contenute nel Dl Semplificazioni rappresentano un passo avanti. È importante porre le basi vere per superare il problema ambientale in provincia di Frosinone. La bonifica della Valle del Sacco è fondamentale. Inoltre non dimentichiamo che il Sin (Sito di interesse nazionale) è una piattaforma in evoluzione. Nel senso che va accertata la causa certa dell'inquinamento».

Presidente Diurni, ma lei consiglierebbe di prendere i soldi del Mes?
«Certo. Di corsa. Sono risorse fondamentali».

Rapporti con la politica e con i sindacati. Come intende impostarli?
«Mi sembra che siano già ottimi. E colgo l'occasione per sottolineare il lavoro che ha fatto Giovanni Turriziani in questi anni. Pure in questo caso l'imperativo categorico è la sinergia. Specialmente per il supporto alle piccole e medie imprese. C'è un tema importante come quello della patrimonializzazione delle piccole aziende. L'accesso al credito è fondamentale».

Per concludere?
«Possiamo farcela. Dobbiamo farcela».