Ben cinquanta grammi di coca nascosti in un locale di Cassino, divisi in otto dosi. Pure. Otto dosi da tagliare, da rendere "fruibili" per evitare casi di overdose e - quindi - attirare l'attenzione delle forze di polizia. Ovviamente, anche per triplicare i guadagni.
La filiera questa volta va percorsa in entrambi i sensi di marcia, perché un sequestro di tale portata difficilmente si ricorda nel Cassinate.
Soprattutto - stando ai beninformati - per la qualità della merce sequestrata. Così se da un lato si cerca di capire da dove provenga il carico stupefacente, dall'altro anche quale percorso poteva "intraprendere" dal locale della città martire. Come in ogni grosso affare, anche in questo dovevano esserci nel team "cuochi" esperti oltre a bravi venditori. Tutto secondo piani ben precisi. L'intera filiera resta sotto la lente.
Le indagini sono intensissime: bocche cucite e teste basse. E come in ogni grande operazione che si rispetti, i clienti rappresentano la chiave di lettura dell'intera "sceneggiatura" nelle mani della Squadra Mobile. Sono stati proprio gli agenti coordinati dal dottor Flavio Genovesi a mettere le mani sul carico d'oro. Coca rinvenuta all'interno di un locale pizzeria in ambienti differenti: nella cucina, nello spogliatoio e nel bagno riservati al personale.
L'irruzione è avvenuta in collaborazione anche con il reparto cinofili di Nettuno e gli agenti della polizia del Commissariato. In realtà il titolare, M.C. di 35 anni, era già da un po' sotto l'occhio della sezione Falchi. Poi la perquisizione e l'arresto. Oggi l'udienza di convalida. L'attività è stata sospesa. Sarà il prefetto a stabilire l'iter per la riapertura: all'interno vi lavorano persone estranee i fatti.