Fatta la legge trovato l'inganno. I ragazzi si sono "organizzati" per sfuggire ai controlli e alle restrizioni imposte dai decreti. E così non è raro che, anche durante la settimana, si ritrovino gruppi di ragazzi, anche numerosi, che si intrattengono bevendo birra e super alcolici portati direttamente da casa e così, a volte, la situazione può sfuggire di mano e il tono della voce anche. I residenti della zone residenziali del centro e non solo, protestano per i disagi.

«Urlano, lanciano bottiglie, mangiano pizza e lasciano cartoni sporchi e fazzoletti sul marciapiede - ha segnalato Tullia, un'anziana che abita in via Bellini -. E non lo fanno solo alle 22.30 o alle 23, lo fanno anche alle 2 o alle 3. Alcune notti mi sono spaventata per la musica che arrivava dalle auto. Quando vedono che si avvicinano carabinieri o polizia si nascondono nei portoni e nei cortili e poi riescono dopo una decina di minuti, si fermano sui muretti delle recinzioni. Ho provato a dire loro di ritirarsi, ma ho ricevuto solo insulti. Mi hanno anche più volte manomesso il citofono per farmi dispetto. La cosa assurda è che non indossano mascherine, sfidano il virus».

E i segni di queste nottate sono ben visibili la mattina seguente, con bottiglie di birra vuote o in pezzi, sia sulla carreggiata che sulle recinzioni a pochi passi da cancelli e portoni. Gli operatori della ditta che si occupa della differenziata puliscono tutto quello che trovano.
Così, se in piazza e nei bar la situazione sembra essere tornata sotto controllo, il problema inizia a essere nelle  altre zone. Un'emergenza, forse, culturale.