Se da un lato le dirigenti lottano contro un mondo tutto al maschile, dall'altro la società vede mancare la tipica dimensione dell'uomo ai casalinghi. Infatti, da sempre, gli uomini, come le donne devono rispettare una serie di canoni, perché lo sappiamo tutti che gli uomini devono essere autoritari, "portare a casa la pagnotta", non è contemplato un uomo che voglia passare del tempo in casa con i bambini, manca di virilità, dico bene?

Poco tempo fa stavo guardando un film (pessimo e nazional-popolare, che negherò categoricamente di aver visto perché, cari lettori, detto tra noi, me ne vergogno) in cui in una scena c'era una evidente molestia sessuale ad un uomo ma nella pellicola è considerato un elemento comico, perché ad oggi è paradossale che un uomo subisca violenza, che un uomo abbia sentimenti, che provi qualcosa, che non sia un animale dominato dagli istinti. Sento spesso parlare ragazzi, con un modo di fare e di pensare che vede le donne come prede, e se non sei un cacciatore, non sei uomo.

Se ti piace un altro uomo, non sei uomo. Se vuoi stare a casa con i tuoi figli, non sei uomo. E allora quand'è che sei uomo? Quando ti nascondi, quando reciti una parte o quando fai di tutto per essere quello che la società vuole, accrescendo ancora di più i classici cliché? C'è un mondo "femminile" in cui l'uomo non può entrare, quello fatto da trucchi, smalti, gonne, tutte quelle cose che, da donna, se non fai sei sciatta, da uomo, se le fai, sei gay. Quindi sì, anche gli uomini sono discriminati e una discriminazione non è meno grave a seconda della categoria che la subisce, perché se è vero che ci siamo stufate dell'uomo bianco etero, probabilmente anche l'uomo bianco etero si sarà stufato di fare l'uomo bianco etero.