Il Piano territoriale paesistico regionale adottato a febbraio dalla Regione Lazio è nullo, così come tutti gli atti consequenziali, per il mancato coinvolgimento del Mibact. La Corte costituzionale ha accolto il ricorso del Governo e ha annullato il ptpr del Lazio sulla base del principio secondo cui le Regioni devono sempre coinvolgere il ministero per il Beni e le attività culturali e per il turismo.

«Nella pianificazione paesaggistica, le Regioni non possono fare da sole ma devono coinvolgere il ministero per i Beni e le attività culturali e per il turismo (Mibact). In particolare, nel procedimento di formazione del piano regionale, è necessario un confronto costante, paritario e leale tra Regione e Stato in funzione di un'intesa di carattere generale che assicuri una tutela unitaria del paesaggio» è scritto nella sentenza 240 della Consulta depositata ieri che ha visto come relatrice Daria de Petris.

Nella fattispecie, il Consiglio regionale del Lazio, dopo aver raggiunto un'intesa con il Mibact sulla proposta di piano adottata dalla Giunta regionale con decisione dell'8 marzo 2016 numero 6, sottoposta al Consiglio regionale con proposta di delibera consiliare del 10 marzo 2016 numero 60, aveva unilateralmente approvato il piano paesaggistico regionale, senza il coinvolgimento del ministero. Di qui l'impugnativa da parte del Governo. La condotta della Regione è stata ritenuta dalla Corte costituzionale «in contrasto con il principio della leale collaborazione».

Anche nel procedimento di pianificazione paesaggistica, ha osservato la Corte, «dev'essere raggiunta un'intesa di carattere generale, per assicurare l'unitarietà del valore della tutela paesaggistica al di là dei singoli beni per i quali è previsto l'obbligo di pianificazione congiunta. L'approvazione del piano da parte della Regione senza un accordo con il ministero viola, quindi, il principio di leale collaborazione, oltre che il Codice dei beni culturali e del paesaggio».
«Prendiamo atto - si legge in una nota ufficiale della Regione Lazio - della pronuncia della Consulta sul Piano paesaggistico del Lazio, anche se lascia perplessi il fatto che il Consiglio regionale venga considerato un organo di ratifica di un'intesa fra la Giunta e il Mibact. Nel frattempo, comunque, la Giunta regionale e il Ministero hanno già raggiunto un nuovo accordo sul Ptpr, che è stato sottoscritto lo scorso luglio ed è già stato inviato all'esame del Consiglio. La Regione, quindi, è pronta a completare la procedura di approvazione di un Piano paesaggistico territoriale atteso nel Lazio da oltre 20 anni».

«Le preoccupazioni che avevamo espresso nell'agosto del 2019, quando il Consiglio Regionale del Lazio approvò il Ptpr, sono state confermate dalla Corte Costituzionale che ha annullato la delibera della Regione sul piano territoriale paesistico regionale» ha commentato il coordinatore nazionale dell'esecutivo dei Verdi Angelo Bonelli.

«Avevamo suggerito - ha proseguito Bonelli - di modificare alcune norme come l'articolo 32 che consentiva la cementificazione del litorale laziale introducendo ex novo un indice di edificabilità pari a 0,2 mc/mq sulle coste per realizzare stabilimenti balneari, attrezzature balneari, ricreative e sportive: su una concessione demaniale di 10.000 mq si sarebbero potuti realizzare 2.000 mc, ovvero una palazzina di 10 metri di altezza con una superficie di base di 200 mq».
«La Regione renda esplicita l'applicazione dell'articolo 143 comma 9 del codice dei beni culturali e dell'articolo 21 della legge regionale 24/98, ovvero l'efficacia delle misure di salvaguardia. Infine, corregga in modo celere il Ptpr mettendo al centro la tutela del paesaggio, delle coste e della città storica a partire dalla Capitale» ha concluso Bonelli.