Ancora roghi nei campi, in zone poco accessibili, seguendo sentieri che si snodano tra Cassino e Sant'Elia. E in buona parte delle campagne della città martire. Roghi di sterpaglie, di residui di sfalci misti a rifiuti, di cartoni (poche le tracce ancora visibili) all'interno dei quali non è chiaro cosa fosse contenuto. Le colonne nere di fumo salgono sopra la città, a volte ne sovrastano una parte. Altre ne inghiottono un'altra, come di recente accaduto nella zona del Santa Scolastica.

Smaltimenti illegali ad opera di famiglie diverse, di cittadini residenti in zone distanti della città martire. Ma resta forte il dubbio che questo possa pesare comunque nello sforamento dei parametri di Pm10. Almeno sei i giorni consecutivi nei quali la centralina ha rilevato valori fuorilegge. Se si fanno un po' i conti, stando alle verifiche degli ambientalisti, Cassino avrebbe raggiunto "quota 45". Alla soglia dei 50, lo ricordiamo, scattano altre misure.

A rilevare gli sforamenti è proprio la centralina Arpa, che monitora la qualità dell'aria. I valori non sono ancora rientrati sotto la linea rossa e non può essere escluso il peso dei rifiuti dati alle fiamme. Un problema che sembra non trovare soluzione: la speranza resta ancora legata all'installazione di telecamere di sicurezza, una parte delle quali "destinate" proprio alla tutela ambientale.

«Intanto c'è la necessità di adottare misure immediate quale la chiusura del centro al traffico privato e altre adatte a riportare l'aria pulita in città. In settimana dovrebbe esserci un incontro con tutte le associazioni ambientaliste per intraprendere misure condivise a tutela della salute pubblica» afferma Edoardo Grossi, commissario straordinario Ansmi, pronto a intraprendere ogni azione a tutela della salute pubblica.