Scende la quota di cittadini stranieri residenti in provincia di Frosinone. Al 31 dicembre 2019, secondo il "Dossier Statistico Immigrazione 2020", realizzato dal Centro Studi e Ricerche Idos in partenariato con il Centro Studi Confronti, gli immigrati regolari erano 26.403 (il 3,9% del totale di quelli che vivono stabilmente nel Lazio), pari al 5,4% del totale dei residenti in Ciociaria. Rispetto alla precedente rilevazione (2018) c'è una diminuzione percentuale dello 0,5 che, in termini assoluti, vale 132 unità. Degli stranieri attualmente presenti sul suolo ciociaro il 49,6% è rappresentato da donne, mentre il 50,4% da uomini; i nuovi nati, nel corso del 2019, sono stati, 242, mentre le acquisizioni di cittadinanza 490; 1.413 gli iscritti dall'estero, 341 i cancellati per l'estero.

Un dato quello ciociaro leggermente in controtendenza rispetto a quello generale della regione Lazio. Negli ultimi tre anni (2016-2019) il Lazio ha perso oltre 32.000 abitanti; solo nel 2019 la perdita di popolazione residente ha superato le 19.000 unità, registrando il calo maggiore del triennio. La riduzione si deve ai cittadini italiani, che diminuiscono di 18.201 unità in un anno, per effetto del bilancio negativo della dinamica naturale (-12.468) e migratoria con l'estero (-2.724), a cui si aggiunge un saldo per "altri motivi" (derivante dalle operazioni di allineamento e revisione delle anagrafi) pari a -4.984 unità.

Nello stesso anno, la popolazione residente straniera è aumentata di 1.278 unità (+0,2%), per un totale di 682.968 residenti a fine 2019 (l'11,6% del totale regionale), attenuando solo in minima parte il calo della popolazione complessiva. La crescita (seppur contenuta) dei residenti stranieri è il risultato della differenza tra la somma dei nuovi iscritti dall'estero e da altri comuni (rispettivamente 27.032 e 20.759), dei nuovi nati (6.279), e degli "altri iscritti" (8.449), da un lato, e la somma dei cancellati all'anagrafe (51.983 in totale) per trasferimento all'estero (4.235), morte (844), perdita delle condizioni di soggiorno o irreperibilità (23.722) e acquisizione della cittadinanza italiana (9.258), dall'altra. Nel complesso, pertanto, per gli stranieri restano positivi sia il saldo naturale (+5.435), nonostante la diminuzione delle nascite (-7,2% sul 2018), sia il saldo migratorio con l'estero (+22.797), seppur in calo rispetto allo scorso anno a causa dell'aumento dei trasferimenti dall'Italia (+43,9% rispetto al 2018, crescita in parte dovuta alle revisioni effettuate dall'Istat nell'ultimo bilancio demografico e della contrazione delle iscrizioni dall'estero (-5,6%).

Un altro fattore che ha mitigato l'aumento della popolazione straniera in regione è stato l'aumento delle acquisizioni di cittadinanza italiana, che nel 2019 sono tornate a crescere (+33,3% sul 2018). Dal 2017 gli stranieri divenuti italiani sono stati oltre 25.000, valore nettamente inferiore alla perdita di popolazione italiana negli stessi anni, tuttavia senza questo apporto il calo degli italiani sarebbe stato di circa 83.000 unità. L'incremento contenuto degli stranieri è riscontrabile anche nei dati sui permessi di soggiorno. Nel 2019, infatti, sono stati rilasciati 20.939 nuovi permessi, il 19,4% in meno rispetto all'anno precedente. La diminuzione, dovuta soprattutto al calo dei permessi per protezione internazionale/ex umanitari (scesi a 3.225 unità), ha riguardato anche i permessi per studio (3.464), famiglia (10.493, pari al 50,1% dei nuovi rilasci), e lavoro (1.180, di cui il 41,6% per lavoro stagionale), i quali continuano a rappresentare una quota piuttosto residuale (5,6%).

La flessione dei nuovi permessi per motivi di protezione/ex umanitari si riflette anche nei dati dell'accoglienza. A fine 2019 le persone presenti nei centri regionali erano scese a 8.515 unità (pari al 9,3% del totale nazionale), in calo del 30,5% rispetto all'anno precedente; di queste circa un terzo era ospitato nella rete Siproimi (32,3%). La contrazione è proseguita anche nei primi sei mesi del 2020: al 30 giugno le persone accolte nelle strutture erano 7.781 (l'8,6% in meno). A pesare su questa dinamica è stato l'effetto congiunto del calo degli sbarchi e dei Decreti "sicurezza", che hanno escluso dai centri di accoglienza tutte le persone titolari di un permesso per motivi umanitari.

Nel corso dell'anno il tasso di occupazione degli stranieri è cresciuto al 62,7%, restando poco superiore a quello degli italiani (61,0%), mentre il tasso di disoccupazione è diminuito portandosi al 13,7% (9,3% per gli italiani). Il numero dei disoccupati stranieri si è ridotto dell'8,5%, per un totale di 54.000 unità (di cui il 45,4% donne), tuttavia l'incidenza sul totale dei disoccupati (20,7%) rimane ancora superiore a quella registrata sugli occupati, segnalando una scarsa continuità degli impieghi.