Il titolo del nuovo servizio Rai - "Fiume Rapido: disastro ambientale" - con le telecamere inviate ancora una volta a documentare il "caso Cassino", racchiude molto della situazione cassinate, in quell'area che si estende tra la città martire e Sant'Elia. Ma non tutto. Non solo i tanti rifiuti abbandonati lungo le sponde del Rapido, deviato e in parte interrato, ma scarti di macellazione, animali trovati senza vita tra l'erba, fusti smaltiti illegalmente, materiali diversi (persino plastiche, resine e amianto) dati alle fiamme. Una realtà che i residenti conoscono bene, a un passo dalle acque rosse della zona Pantanelle, dell'area di Spineto; a due dai rifiuti di Nocione.

«In questa zona abbiamo discariche a cielo aperto e interrate ma che non si riescono a movimentare» afferma il dottor Angelo Spallino di "Italia Nostra". Senza dimenticare i rifiuti speciali bruciati di notte per essere smaltiti. Gli stessi, segnalati a gran voce dal commissario straordinario Asmi, Edoardo Grossi, che di recente ha anche individuato la presenza di carcasse animali abbandonate nell'erba e sulla cui morte nessuno sa dare una spiegazione. Una situazione difficilissima, evidenziata anche dall'Anpana, con il presidente Altieri a testimoniare le criticità di un ecosistema messo a dura prova dall'uomo.
«Questa è davvero la "terra dei fuochi due", dove acqua, aria, suolo e sottosuolo risultano inquinati» continua senza mezzi termini il dottor Spallino. Gli ambientalisti lo sanno bene, le loro denunce sono continue. Ma di risposte, almeno nell'immediatezza, non se ne vedono.

Oltre ai continui roghi di materiale di qualunque tipo, soprattutto nelle ore notturne, a far scattare un'altra allerta era stata la scoperta (a ridosso della medesima zona) di due carcasse di pecora quasi intere, consunte dal tempo e in stato di decomposizione in via Lago, la strada che porta a Caira. Dopo i resti di una probabile macellazione clandestina a Nocione, nei pozzi consortili, il rinvenimento dei due ovini ha fatto scattare un nuovo allarme. Animalisti e ambientalisti sul piede di guerra: paura per le cause che hanno portato al decesso degli animali.