Tutti distanziati, ma vicini al cuore della famiglia Cironi. Di Elena, di Chiara, Serena e Fabiana, rispettivamente moglie e figlie di Maurizio Cironi, il macellaio cinquantacinquenne morto nella notte tra sabato e domenica nell'ospedale di Frosinone, dove era stato ricoverato circa tre settimane fa, positivo al Covid, con patologie pregresse.

L'ultimo saluto all'imprenditore verolano, discendente da una famiglia storica di imprenditori del frusinate da sempre nella vendita e nella lavorazione delle carni, è stato portato ieri pomeriggio. I funerali si sono svolti nel piazzale davanti al suo mattatoio, in località I Cerri.

Il rito funebre è stato officiato da don Dino Mazzoli. Le mascherine e gli occhiali da sole non sono riuscite a nascondere le lacrime sui volti del presenti. Tutti lo ricordano come una persona dal cuore grande, sempre disponibile e gentile con tutti.

Un gigante buono, dedito alla famiglia e al lavoro. «Una grave perdita per tutto il territorio – il ricordo di Piergiorgio Fascina, esponente del Partito democratico – Maurizio Cironi era una persona perbene, un amico, padre di famiglia, particolarmente legato alla sua famiglia, al suo lavoro e alla sua città. A Veroli aveva costruito la sua azienda e si era affermato imprenditorialmente. Altrettanto legato al Pd, fu uno dei primissimi iscritti. Ha sempre garantito sostegno alle attività della compagine dem e alle iniziative dei giovani in cui credeva fermamente. Non sarà facile senza Maurizio ma dovremo continuare a seguire i suoi princìpi». La salma è stata accompagnata al cimitero, circondata anche dai cavalli.