Ha continuato a molestare l'ex moglie con commenti diffamatori e gravemente lesivi della reputazione della donna, trasgredendo, sempre stando alle accuse, in più circostanze ai provvedimenti imposti dall'autorità giudiziaria. È stata proprio la sua ex a presentare denuncia ai carabinieri, i quali hanno interessato la competente autorità giudiziaria che ha ritenuto la misura degli arresti domiciliari, a cui era sottoposto da febbraio scorso, inadeguata rispetto al pericolo della reiterazione del reato.

E così per il dottore Mino Moraldi, 59 anni, ex consigliere comunale di Veroli, si sono aperte le porte del carcere di Rebibbia. I militari della locale stazione l'altra sera hanno dato esecuzione all'ordinanza di sostituzione degli arresti domiciliari con quella della custodia cautelare in carcere emessa dalla Corte di Appello di Roma.

A fine settembre la Corte d'Appello di Roma ha confermato nei confronti di Mino Moraldi, la condanna in primo grado a due anni e dieci mesi. Erano stati confermati i domiciliari per il professionista. L'accusa è di maltrattamenti in famiglia nei confronti della moglie.

I fatti secondo le accuse si sono protratti dal 2007 fino al 2019. Stanca delle continue «vessazioni fisiche e psicologiche», come recita il capo d'imputazione, la donna ha deciso di denunciare il dottore. La stessa poi si è costituita parte civile nel procedimento penale con l'avvocato Mario Di Sora. Ed è stata proprio la donna a denunciare ulteriori episodi che, dopo l'allontanamento di Moraldi dalla casa familiare, come disposto dal gip del tribunale di Frosinone, hanno determinato un aggravamento della misura.

Stando alle accuse, anche in presenza dei figli, il dottore Moraldi avrebbe ripetutamente offeso la moglie, minacciando che l'avrebbe uccisa e che non le avrebbe mai concesso la separazione. Moraldi, difeso dall'avvocato Giampietro Baldassarra, è ricorso in appello. Corte d'Appello che ha confermato la condanna a due anni e dieci mesi per il dottore.

A distanza di circa un mese dai domiciliari, l'ex consigliere è finito in carcere a Rebibbia, in quanto, sempre stando alle accuse che gli vengono mosse, mediante messaggi telefonici e tramite i social network ha continuato a molestare l'ex moglie con commenti diffamatori anche su Facebook e gravemente lesivi della reputazione della donna trasgredendo pertanto in più circostanze ai provvedimenti imposti dall'autorità giudiziaria.