Un'altra giornata nera: oltre trecento contagiati e quattro morti in provincia di Frosinone. Su circa 3.080 tamponi eseguiti, di cui 1.200 test molecolari, sono risultati positivi in 349 con una percentuale intorno all'11%.

La situazione
Il maggior numero di casi a Frosinone con 48, tra cui 8 ospiti su 8 della casa di riposo Villa Santa Maria di via La Torre. Si sta valutando il trasferimento degli ospiti. Positivo anche qualche operatore. A seguire Alatri 23 casi, Cassino 22, Anagni 18, Sora 18, Veroli 18, Arpino 16, Ceccano 13, Monte San Giovanni Campano 11, Paliano 10, Ferentino 9, Pofi 8, Boville Ernica 8. Sono 55 i comuni interessati da almeno un contagio.

Le vittime
A comunicare un decesso a Fontana Liri è il sindaco Gianpio Sarracco che scrive: «Purtroppo devo comunicare una brutta notizia, il nostro concittadino Mauro Simeone, che era ricoverato in terapia intensiva da metà ottobre allo Spallanzani, è deceduto ieri sera (giovedì, ndr) nel reparto di terapia intensiva a causa di una grave crisi respiratoria. Giungano alla mamma Antonia e a tutti i familiari le condoglianze dell'intera comunità di Fontana Liri profondamente colpita da questa scomparsa. Mauro aveva 60 anni, era una persona sana, senza particolari patologie pregresse, a testimonianza che il Covid-19 può avere conseguenze nefaste».

Altra vittima a Patrica, è il padre dell'ex sindaco Stefano Belli che scrive: «Con dolore annuncio la morte di mio padre, Amerigo Belli, 80 anni, morto presso l'ospeda e di Frosinone per contagio da Covid. Aveva 80 anni.
La benedizione della salma avverrà domattina (oggi, ndr), alle 10.30, presso il cimitero di Patrica, in forma privata, per rispettare le norme contenute nel Dpcm e per evitare assembramenti a Patrica». Quindi, in serata, la notizia di altre due vittime: si tratta di una donna di 60 anni, di Cassino e di un uomo di 62 di Paliano, ricoverati in terapia intensiva.

L'andamento
Per la quarta volta negli ultimi sei giorni la Ciociaria registra più di 300 contagi. In settimana sono già 1.461, 190 in meno di quelli registrati in tutta la passata. La media del periodo è di 292,2, mentre a novembre i positivi sono 1.860, ovvero 310 al giorno. E sono più della metà di quelli di ottobre, chiuso con l'astronomica cifra di 3.528 contagi. Tra ottobre e novembre (5.388 contagi totali, media 145,62) si registra l'83,21% dei contagi dall'inizio della pandemia. Se poi si considerano i dati dal 16 ottobre, data del primo giorno in tripla cifra di contagi (100), si rileva una media di 225 casi per un totale di 4.950 casi in appena 22 giorni.

Le segnalazioni
Casi di Covid anche nel carcere di Frosinone.
A darne notizia il Garante dei detenuti Stefano Anastasia. Si sta valutando con l'Asl di eseguire i tamponi sugli altri detenuti. «Sedici positivi al Covid-19 in sette dei quattordici istituti penitenziari del Lazio. Zero casi nelle Residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza - scrive il Garante- È questo il dato che emerge dal monitoraggio effettuato dalla struttura a supporto del Garante delle persone private della libertà personale del Lazio, Stefano Anastasia». Il Garante evidenzia che «la popolazione carceraria infatti è tornata ad aumentare: 5.839 detenuti al 31 ottobre, con un tasso di affollamento pari al 112 per cento sulla capienza ufficiale, superiore al tasso medio italiano che è del 106 per cento. Ben più alto il tasso di affollamento calcolato sui posti effettivamente disponibili nelle carceri del Lazio, che è pari al 128 per cento. Si tratta del valore più alto raggiunto da aprile». Anastasia aggiunge: «Non posso nascondere la mia preoccupazione per l'affollamento e per quell'unico piccolo cluster di Frosinone». Il riferimento è ai casi rilevati nel carcere del capoluogo ciociaro, per il quale annuncia «lo screening di tutti i detenuti e di tutto il personale che la Asl farà prossimamente, attraverso un accordo specifico con l'istituto Spallanzani».

I controlli del Nas
I carabinieri del Nas di Latina hanno effettuato un servizio per verificare, soprattutto nelle aziende private, il rispetto delle norme sulla sanificazione delle ambulanze. Al termine dell'operazione sono state denunciate quattro persone tra dirigenti pubblici e titolari di aziende private per «aver omesso di procedere alla formazione degli operatori e documentare l'assegnazione dei prescritti dispositivi di protezione individuale, predisporre i protocolli operativi per la prevenzione del Covid-19, revisionare gli estintori ed eseguire il corretto smaltimento dei rifiuti speciali sanitari».

Polemica sui numeri
«Stiamo registrando gravi anomalie nella trasmissione dei dati relativi al numero dei tamponi e, soprattutto, del rapporto tra gli stessi e il numero di positivi rispetto alla popolazione residente  -sostiene il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani-  È assurdo che, ancora oggi, non possiamo ricevere comunicazioni tempestive sulla residenza delle persone trovate positive nei laboratori convenzionati, alterando, in tal modo, la effettiva concentrazione. Il Comune ha bisogno di informazioni chiare, senza dover attendere il giro che in questo momento avviene, che parte dai laboratori, arriva alla Regione, torna alla Asl e poi, forse, finisce per essere comunicato anche al Comune». Il sindaco segnala poi l'indicazione di positivi «neppure residenti in città. Gli operatori stanno sicuramente facendo il massimo ma è fin troppo evidente che i protocolli e le metodologie operative non stiano funzionando come dovrebbero».

Mascherine in classe
Il consigliere Marco Ferrara, contattato da alcuni genitori della scuola primaria "La Rinascita" di Frosinone, segnala che «una classe si è assentata in massa il 6 novembre». Questo perché «tali genitori ritengono che sia dannoso per la salute dei loro figli che debbano essere costretti ad indossare la mascherina chirurgica per 5 ore di seguito al giorno, durante le lezioni mentre sono seduti al loro banco nel rispetto delle distanze». Ferrara aggiunge che: «Il ministero dell'Istruzione, per evitare che gli istituti potessero erroneamente interpretare l'obbligo di mascherine al chiuso imposto dai futuri Dpcm come un'imposizione che riguardasse anche gli studenti durante la loro permanenza a scuola, in deroga ai protocolli approvati, ha emesso una nota dove ha chiarito che il decreto pone l'obbligo di avere sempre la mascherina al chiuso ma "comunque con salvezza dei protocolli e linee guida anti-contagio"».

Il consigliere afferma che «sono confermate le disposizioni impartite» dai vari protocolli emanati. Per cui, conclude: «Nell'ambito della scuola primaria, per favorire l'apprendimento, la mascherina può essere rimossa in condizioni di staticità (bambini seduti al banco) con il rispetto della distanza di almeno un metro».