Il rumore è assente su quelle alture. La maestosità del luogo e i marmi bianchi incastonati nel verde incorniciano una "piccola" infermiera volontaria china in preghiera e con i fiori alla memoria. In ginocchio. Davanti a tutti quei ragazzi morti per liberare una Patria che non era neppure la loro, con il cuore rivolto alla Polonia e il sacrificio estremo nella terra di San Benedetto.

Per sempre il loro sangue sarà insegnamento per le generazioni che vorranno omaggiarlo.
Mercoledì scorso, in occasione del 4 novembre, giornata dell'Unità nazionale e delle Forze armate, istituita nel 1919 per commemorare la vittoria italiana nella prima guerra mondiale, lo hanno fatto simbolicamente le infermiere volontarie di Croce Rossa dell'Ispettorato di Frosinone insieme al presidente del comitato di Frosinone, Antonio Rocca. Uniti hanno reso omaggio ai soldati polacchi caduti nella battaglia di Montecassino.

«Oggi - riferiscono - ricordiamo lo sforzo dell'esercito Polacco, per lo sfondamento della linea Gustav e la liberazione del nostro Paese. Giovani, uomini morti per difendere una Patria della quale non erano figli, sognando di tornare un giorno in Polonia, soldati morti per difendere la Libertà». E per questo, ancora oggi, queste parole riecheggiano su Montecassino come scolpite nell'animo di ognuno: "Per la vostra e la nostra libertà, noi soldati polacchi abbiamo dato l'anima a Dio, il corpo alla terra italiana e il cuore alla Polonia".
Sono sempre lì queste parole, scolpite nel silenzio più che su un monumento, in un luogo unico al mondo, dove riposano anime giovani che hanno smesso di respirare in nome della libertà.