È scampata all'attacco terroristico scoppiato lunedì sera nel cuore di Vienna una giovane famiglia originaria di Ferentino, ma quanta paura. Subito dopo l'attentato, avvenuto alla vigilia del lockdown per il Covid-19, in sei punti nel centro città, con sparatorie che hanno prodotto morti e feriti, Cristina Pompeo, estetista, che da diversi anni si è trasferita in Austria con il partner e dove ha spostato la propria attività professionale, ha voluto rassicurare tutti, genitori, parenti e gli amici di Ferentino.

Innanzitutto come sta?
«Per fortuna stiamo tutti bene e ringrazio tutti coloro che mi hanno inviato messaggi di solidarietà sia da Ferentino che da Vienna».

Ci può raccontare quello che ha visto?
«Percorro quella strada ogni sera per tornare a casa dopo il lavoro e ho avuto tanta paura, tanta ansia».

Che cosa ha provato a caldo, subito dopo le esplosioni che purtroppo fatto morti e feriti? «Quando ho iniziato a capire quello che stava succedendo anche dalle informazioni ricevute sul telefono, in cui ho letto di ostaggi e morti, ho provato tanta tristezza e naturalmente anche paura. Tanto che domani (oggi per chi legge, ndr) abbiamo deciso di restare chiusi con la mia attività anche perché è successo tutto vicinissimo a noi».

Una volta rientrata a casa come ha trascorso la notte?
«Che vuole che le dica...non ho chiuso occhio questa notte, quanto accaduto mi ha scosso molto, è stata una esperienza molto toccante e triste».

Non le è mancata la solidarietà anche dalla "sua" Ferentino. Ricordiamo che lei gestisce un avviato centro estetico a Vienna: "Pulchris am Stephansplatz"...
«Sì, ho ricevuto tanta solidarietà. La mia attività si trova proprio nella zona di Santo Stefano, vicino al duomo omonimo, simbolo di Vienna, in pieno centro della capitale austriaca. Abbiamo cinque dipendenti e gestiamo un secondo centro in Tirolo, con altri quattro dipendenti».

Da quanto tempo è a Vienna?
«Ho deciso di trasferirmi a Vienna aprendo la stessa attività che avevo a Ferentino insieme al mio coetaneo partner austriaco, oggi mio marito, ormai da diversi anni».

A distanza di poche ore dall'attentato come si sente?
«Siamo ancora sconvolti. Anche perché solitamente Vienna è una città molto tranquilla. Non siamo abituati a cose del genere. Io vivo qui da diversi anni. La mia attività è proprio davanti a Santo Stefano, vicinissima a dove è successa la sparatoria. Lunedì addirittura ero lì a mangiare con le mie bimbe. Attraverso quella strada a piedi ogni sera, proprio a quell'ora, dove c'è stata l'esplosione, per raggiungere la metro che mi accompagna a casa. Lunedì sera per fortuna no, è stato un caso, e le mie dipendenti erano uscite dal lavoro poco prima. Eravamo tutti terrorizzati. Oggi (ieri, ndr) le nostre attività sono rimaste chiuse».

Che clima si respira a Vienna?
«L'aria che si respira in centro è brutta, tristezza infinita. Il governo ha invitato i cittadini a restare a casa».

Parliamo di due situazioni diverse, ma oltre a questo attacco anche voi state vivendo l'aumento dei contagi da Covid-19?
«Riguardo il Covid, come nel resto del mondo, i casi aumentano. Per fortuna che qui c'è un ottimo sistema sanitario. Da oggi (ieri) è lockdown, quindi locali gastronomici, punti di incontro, palestre, rimarranno chiusi fino al 30, in quanto la maggior parte dei contagi avviene proprio in questi luoghi. Invece negozi, parrucchieri, centri estetici restano aperti, almeno per ora. La sera dalle 20 tutti a casa fino al mattino alle 6.
Nonostante che il governo abbia elargito gli aiuti economici promessi alle aziende in difficoltà, molte purtroppo hanno dovuto chiudere per sempre. Il settore più colpito ovviamente sono hotel, ristoranti e tante piccole attività che hanno ormai abbassato le saracinesche. Il governo, va detto, sta facendo il possibile per aiutare tutti».