Ombra del voto di scambio, altre due persone finiscono nel registro degli indagati. Sarebbero altre due persone alle quali, stando a quanto riferito alla polizia del Commissariato di Cassino, sarebbe stata fatta una promessa elettorale: voti in cambio di un posto di lavoro. Non sarebbero, però, dei candidati ma "semplici" elettori di Sant'Angelo che per bisogno avrebbero accettato le lusinghe. Finendo nelle maglie della giustizia: anche loro ora, assistiti dall'avvocato Francesco Malafronte, risultano indagati per corruzione elettorale.

L'inchiesta va avanti a ritmo serrato. Un mese fa era stato nominato un perito per l'analisi dei telefonini chiamato a effettuare un accertamento dettagliato sui cellulari sequestrati agli indagati, nell'ambito del richiesto incidente probatorio dopo le dichiarazioni di una candidata "pentita" e amareggiata dalle così dichiarate promesse elettorali. Un passo ulteriore, dopo il sequestro avvenuto diverso tempo fa: la relazione che verrà redatta servirà a far luce su alcuni aspetti dirimenti legati alla questione di un presunto voto di scambio.

Un'inchiesta che in realtà si sta muovendo su due binari paralleli: quello della promessa di un posto di lavoro. E quello aperto sulla regolarità delle firme a sostegno delle liste. I pm Bulgarini e De Franco lavorano a testa bassa.