Difficoltà inesistenti per far passare una pratica. Difficoltà che sparivano se il professionista di turno era pronto ad elargire qualcosa. Ruota tutto intorno alla possibilità di far arenare delle pratiche portate all'ex ufficio del catasto, l'inchiesta condotta dalla procura di Frosinone che ora ha chiesto il rinvio a giudizio per 35 persone. Tra loro quattro dipendenti dell'Agenzia di Frosinone.

Per l'inchiesta Pesce giallo sono ipotizzati i reati di abuso d'ufficio truffa e per alcuni dipendenti la concussione. Le parti offese sono 34 tra cui la stessa Agenzia delle entrate e il ministero dell'Economia oltre a privati e professionisti che si rivolgevano all'ufficio. Il pm Adolfo Coletta, che ha coordinato le indagini dei carabinieri, ha chiesto il rinvio a giudizio. Richiesta che sarà vagliata dal gup Fiammetta Palmieri il 3 febbraio 2021.

L'accusa è di aver preteso soldi (anche 10 euro) e regali in cambio dello sblocco di pratiche che, al contrario, avrebbero potuto avere difficoltà, spesso pretestuose. Ai domiciliari, lo scorso novembre, erano finiti il responsabile dell'unità servizi catastali in front office Andrea Cristini, 52 anni, di Alatri, i dipendenti Domenico Carnevale, 51, di Pico, ma residente a Frosinone, e Carlo Mastroianni, 58, di Monte San Giovanni Campano. Decisive le intercettazioni telefoniche e ambientali. Monitorate anche le auto.

Le vittime, invece, erano costrette a pagare per lavorare. Le richieste variavano da dieci euro fino a cifre importanti. Il collegio difensivo che dovrà scardinare le accuse vede, tra gli altri, gli avvocati Nicola Ottaviani, Marco Maietta, Massimo Meleo, Massimo Cocco, Giampiero Vellucci, Vincenzo Galassi, Paolo Marandola, Antonio Visocchi, Rosario Grieco e Sonia Sirizotti.