Anche Frosinone non ci sta. Anche la Ciociaria non ci sta. Gli operatori economici si ribellano, forse perché oggi, più che mai, si è giunti a un bivio: lottare per continuare a vivere, oppure subire e scomparire.
L'obiettivo è quello di far sentire la propria voce, in maniera pacifica,rispettosa delle norme anticontagio per ottenere una rivisitazione, ispirata al buonsenso, diprovvedimenti che potrebbero mettere i titoli di coda a tante piccole attività imprenditoriali. Il recente Dpcm di Conte ha avuto un solo grande merito: quello di aver unito il Paese, o meglio di aver scontentato tutte le categorie economiche tanto da indurle a scendere in piazza da Aosta a Lampedusa. Il vento di protesta soffia anche su Frosinone dove esercenti esasperati, partite Iva che fanno sacrifici e pagano le tasse, professionisti, studenti e semplici cittadini si ritroveranno domani, dalle 18 alle 19, a piazzale Vittorio Veneto, "armati" di tricolore, per mandare un messaggio al Governo. Tutti si sentono abbandonati da chi (il Governo) dovrebbe, invece, tutelarli.

Fernando Incitti, 30 anni, imprenditore del centro storico di Frosinone, titolare dell'Old Town Pub di via Angeloni è tra i principali promotori della manifestazione di domani. Già attivo nel post lockdown di maggio con l'organizzazione di diverse manifestazioni a capo dei commercianti, adesso ha deciso di scendere in piazza per protestare contro disposizioni che hanno il sapore di iniezione letale per tanti piccoli imprenditori. «Questo Governo vuole distruggerci ha dichiarato Incitti le misure attualmente in vigore faranno chiudere migliaia di attività e affosseranno il tessuto sociale ed economico di questa Nazione». «Il vaso è colmo - ha proseguito Incitti - nonostante il totale rispetto delle norme all'interno delle nostre attività e i soldi spesi per adeguarci, adesso il Governo ci chiede di chiudere la sera, quando di solito abbiamo gli introiti per andare avanti: questa crisi farà più morti del Coronavirus e lascerà migliaia di famiglie in mezzo ad una strada.

Sarebbe bastato chiedere alle attività di fare attenzione e rispettare degli standard, la chiusura totale non risolverà i problemi sanitari questo Governo è il peggiore della storia. Noi imprenditori non dobbiamo né piangere, né compiere gesti estremi ha aggiunto Incitti ma dobbiamoribellarci a questo Governo in modo organizzato». «L'invito è a tutta la cittadinanza a partecipare alla manifestazione di venerdì (domani, ndr) alle 18 sotto alla prefettura ha concluso Incitti sarà una manifestazione regolarmente autorizzata, pacifica, nel rispetto nelle norme, ma determinatissima».

La protesta a Roma
Intanto ieri nella Capitale, al Pantheon, si è svolta la manifestazione pacifica organizzata da Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) Confcommercio contro la chiusura anticipata di bar e ristoranti decisa dal nuovo Dpcm, a cui ha preso parte una delegazione diFrosinone-Latina, guidata dal presidente Italo Di Cocco, che è anche vicepresidente vicario nazionale dell'associazione. «Grande partecipazione, rispetto delle regole, attenzione di stampa e media, e la presenza di alcuni parlamentari che hanno portato il loro sostegno alla manifestazione». Così, Di Cocco ha sintetizzato l'esito dell'iniziativa promossa ieri mattina da Confcommercio in 21 piazze italiane, oltre che in quella del Pantheon a Roma.

«Nel mio intervento - ci ha detto il presidente della Fipe - ho lanciato un progetto di rilancio del settore ristorazione per il dopo-Covid, una fase che forse molti stanno trascurando, soprattutto a causa dei gravi problemi che oggi attraversa il settore. Si tratta di puntare sulla gastronomia, che in Italia rappresenta il vero volano del turismo, l'attrattore principale delle presenze straniere. Per riconquistare l'indice di gradimento crollato nei mesi del lockdown, ho proposto un circuito di ristoranti che rispettino rigorosamente le tradizioni gastronomiche dei luoghi. Soltanto così potremo recuperare i flussi turistici dall'estero e salvare l'intero settore»