Bambino travolto e ucciso da un trattore che si è sfrenato mentre stava facendo i compiti in un capanno, a casa di un amico, con altri due compagni. L'altro ieri al via gli accertamenti peritali per chiarire cosa sia accaduto nel pomeriggio del 9 ottobre scorso in via Calanzio, quando è morto il piccolo Mario Graziani, 10 anni.

La Procura vuole capire se effettivamente si sia trattato di un guasto meccanico, come sostiene l'indagato per omicidio colposo, il quarantottenne C.C., proprietario del mezzo agricolo, o se la tragedia sia scaturita da una manovra sbagliata. Lunedì sul luogo della tragedia, alla presenza di tre tecnici, dell'indagato e del suo difensore, l'avvocato Nicola Ottaviani, si è proceduto con la messa in moto del mezzo agricolo.

I consulenti hanno provato a verificare se la pressione dei sistemi frenanti fosse adeguata, hanno utilizzato un mezzo di alta precisione per capire se potesse esserci differenza tra la pressione dei manometri. Ma non ci sarebbe stata. Hanno proseguito con la simulazione, ma il cassone nel frattempo, dopo l'incidente, era stato scaricato di oltre 60 quintali di mais e il problema durante la perizia non si è verificato. Si è riusciti a frenare sia il cassone, sia il trattore durante la simulazione.

Adesso si dovrà proseguire con la consulenza, caricando di nuovo il cassone con 60 quintali di mais e mettendolo in direzione della casa dove è avvenuta la tragedia, per capire se cassone e trattore (per un totale di oltre 150 quintali compreso il carico di mais) potessero essere frenati dal sistema idraulico e meccanico a corda. La prossima simulazione si svolgerà mercoledì prossimo.