Le polveri sottili rialzano la testa. Il limite massimo è stato sfiorato qualche volta negli ultimi giorni, ma a nessuno sembra importare. È il duro atto d'accusa, di fronte alla situazione d'inquina mento atmosferico a Frosinone e nel resto della Valle del Sacco collegata anche all'emergenza Covid, secondo Legambiente.

Tutto è iniziato con un post sulla pagina Facebook dell'associazione qualche giorno fa: «Iniziative per limitare l'inquinamento atmosferico: non pervenute». Così argomenta Stefano Ceccarelli presidente del circolo il Cigno di Legambiente: «Non se ne parla.
Ed è abbastanza sconcertante. Si vanno accumulando evidenze che collegano la maggior incidenza di casi gravi di Covid-19 con l'inquinamento da polveri sottili, Mentre a marzo-aprile Frosinone si è salvata, adesso che la cosa sta esplodendo è sconcertante che nessuno si preoccupa».

Ceccarelli insiste: «Le zone più colpite dall'inquinamento atmosferico sono quelle in cui si è vista una maggiore incidenza di casi gravi. Questo perché i polmoni di chi è esposto alle polveri sottili sono soggetti a risentirne di più». Un aiuto contro il pm10 potrebbe venire dall'uso delle mascherine. «Ci sono mascherine e mascherine - prosegue l'esponente di Legambiente - si può fare poco oggi, la popolazione della valle del Sacco è esposta da anni ad alti livelli di polveri sottili. I danni all'apparato respiratorio già ce li hanno».

L'arrivo della stagione dei riscaldamenti, notoriamente quella più critica sul fronte delle polveri sottili, rischia di complicare le cose. Sabato, Frosinone Scalo ha segnato 40 microgrammi per metro cubo contro il limite di legge di 50. Un po' meglio è andata in viale Mazzini con 26, ma Ceccano ha fatto registrare 44, Cassino 39 e Ferentino 37. Venerdì era andata non molto diversamente: 38 e 25 a Frosinone, 43 a Ceccano, 42 a Cassino, 37 a Ferentino. Giovedì Frosinone Scalo è stata a un passo dal limite con 47, il doppio di Frosinone alta (24), a Ceccano il pm10 si è assestato a 43, a Ferentino a 37 e a Cassino a 36. Mercoledì, nella zona della stazione 39microgrammi per metro cubo, meglio in viale Mazzini con 19, quindi Ceccano si è fermata a 39 e Cassino a 31.

«Un motivo in più per sforzarci di limitarsi, con l'avvicinarsi della stagione in cui tradizionalmente i livelli delle polveri sottili sono più alti  - prosegue Ceccarelli - Bisognerebbe che le autorità si sedessero attorno a un tavolo. E, invece, pare che si parli solo di Covid. Ci vorrebbe qualcosa di più stringente sui fattori di rischio come le emissioni da combustioni di biomasse, i motori diesel e un monitoraggio più attento. Ancora non abbiamo mai superato i 50 microgrammi per metro cubo, ma ci stiamo avvicinando. È ancora ottobre, sta piovendo abbastanza, ma quando ci sarà l'inversione termica in una situazione in cui tutti usano la macchina, il problema si riproporrà. È vero che le restrizioni e lo smart working aiutano».

Siete stati critici anche sullo stop alle isole pedonali? «Lì si è fatto un passo indietro su via Aldo Moro, soprattutto su dove si concentra il passeggio non si può tornare indietro. Anche questo è passato sotto silenzio, forse le proteste dei commercianti avranno convinto il sindaco a non insistere. Ma continuo a pensare che è sbagliato. Ieri (sabato, ndr) ho fatto due passi in via Moro, ma non è una città vivibile. Sono abbastanza sconfortato».

Attualmente sono 44 le giornate di superamento dei limiti per le polveri sottili da inizio anno a Frosinone Scalo e a Ceccano. Altre 38 a Cassino. E sono i tre centri che hanno esaurito il bonus delle 35 giornate, superato il quale scattano i provvedimenti di contenimento. A seguire 26 giornate di superamento a Ferentino, 21 ad Alatri, 18 a Frosinone viale Mazzini, 1 ad Anagni e 0 a Fontechiari. Alla stessa data dello scorso anno cambia poco: Cassino in 12 mesi passa da 51 sforamenti del 2019 agli attuali 44, lo Scalo scende da 44 a 40, viale Mazzini aumenta da 17 a 18, stabile Cassino a 38, Ferentino cresce da 19 a 26, Alatri da 12a 21, Anagni scende da 3 a 1 e Fontechiari da 2 a 0.