Accoltellato un operaio che stava lavorando al ripristino della regionale Vandra. A darne notizia, nella serata di ieri, è stata l'Astral.
La cronaca
Nella nota si legge che «è stato accoltellato intorno alle 17 di oggi (ieri, ndr), un operaio della ditta di manutenzione che sta eseguendo i lavori, per conto di Astral SpA, per il ripristino della circolazione sulla strada regionale della Vandra, all'altezza dei comuni di Picinisco e San Biagio Saracinisco».
L'azienda ricorda che nei «giorni scorsi si sono svolti numerosi incontri» e che «avrebbe proceduto tempestivamente, lavorando anche sabato e domenica senza attendere di appurare di chi fossero le responsabilità. La stessa azienda, esclusivamente negli interessi della cittadinanza, autorizzata dalla Regione Lazio e dal Consorzio di Bonifica della Valle del Liri, ha impiegato circa 1,5 milioni di euro per mettere in sicurezza tutta l'area. Quanto accaduto è deprecabile.

Astral SpA insieme alla ditta di manutenzione aveva garantito il passaggio dei mezzi di soccorso e, celermente, si stava lavorando per assicurare il passaggio almeno agli studenti. Inoltre, si prevedeva nel giro di due settimane di terminare i lavori almeno per quanto riguarda il ripristino della circolazione». L'Astral ha chiesto il presidio delle forze dell'ordine al fine di procedere in sicurezza con il cantiere.

Le proteste
«Siamo rimasti praticamente isolati per due settimane», gridano in coro i sanbiagesi dopo la devastazione causata dalle forti piogge al sistema viario della Valle di Comino. Disagi a non finire, dunque, per la popolazione di San Biagio e delle sue contrade, rimaste per giorni con i collegamenti precari. Ha sofferto anche una contrada di Picinisco, "La Liscia", a 880 metri di quota, che ha dovuto fare i conti con le conseguenze del maltempo: difficoltà nei rifornimenti di cibo, nel raggiungere le scuole e altre necessità: «Gli ambulanti non se la sono sentita di venire su passando per Vallerotonda», ci ha detto una signora impossibilitata a servirsi dei vicini centri commerciali ad Atina. «Per rimediare - ha spiegato - ci siamo date una mano tra noi e a turno, passando per Vallerotonda, scendevamo a Cassino per gli acquisti di un gruppo di famiglie. Ma per arrivarci abbiamo impiegato oltre un'ora all'andata e al ritorno. Siamo tornati al tempo del terremoto del 1984, quando fu interrotta quella che all'epoca era la Statale 627».

Trentasei anni fa, il terremoto bloccò il transito sulla Statale 627 per il pericolo di massi in bilico sul costone a monte e da allora non sono stati mai rimossi. Si diceva che era difficile raggiungerli in sicurezza, come ha rimarcato un ex amministratore di Picinisco. Mentre oggi la causa della chiusura è la frana trascinata in basso dalla piena del torrente Sant'Antonio. Inoltre, da Picinisco si apprende che due strade comunali sono state chiuse per frana: Casalucra e Feliciana. «È possibile che nel 2020 non si riescano a rimuovere i massi in bilico che tengono chiusa una strada che rappresenta una valida alternativa a emergenze come quella che stiamo vivendo?», si chiede un operaio che percorre la regionale per recarsi al lavoro. E ieri ai disagi si è aggiunta la violenza.