Ancora fiamme a Nocione. Non è la prima volta. Ma i rischi sono comprensibilmente sempre gli stessi: altissimi. Ignoti hanno dato fuoco alle sterpaglie lungo la strada che serve la zona tristemente nota per i veleni interrati, ora accatastati e coperti da un telo in attesa dell'iter che va dalla caratterizzazione allo smaltimento.
Smaltimento che appare sempre più necessario.
Cosa accadrebbe se il fuoco sfuggito di mano a qualche incivile dovesse raggiungere quei cumuli pericolosi? In rischio non è poi tanto basso: nella serata di giovedì l'ennesimo episodio, per fortuna contenuto.
Nel luglio del 2019 in poco tempo lingue di fuoco voraccissime divorarono sterpaglie e due dei tre teloni apposti sui cumuli di rifiuti portati alla luce dal ventre della terra nel giugno del 2018, dopo un'inchiesta ventennale. Poi ancora nello scorso mese di agosto e alla fine di settembre. Episodi, dunque, non certo nuovi. Ma i residenti sono sempre più preoccupati ed esasperati, anche per la presenza dei cumuli di rifiuti sanitari ancora a cielo aperto, insieme a carcasse di animali gettate (ancora oggi) nel pozzo consortile che insiste nella medesima area, rendono la situazione invivibile.
L'ultima Consulta dell'ambiente che si è tenuta in Comune ha aperto un focus proprio su Nocione, non tralasciando le altre criticità (tra le quali la ex Marini e Panaccioni). Il tecnico incaricato, il geologo Vincenzo Colagiacomo, ha descritto in quella occasione la tipologia di indagine che verrà seguita a Nocione. Ma gli esponenti delle varie associazioni hanno chiesto ragguagli e chiarimenti su diversi aspetti della problematica.