Ha dichiarato di essere completamente estraneo ai fatti, A.D.D., il trentanovenne residente a Veroli, originario di Messina, tra gli indagati nell'operazione "Labirinto" della Guardia di Finanza di Torino. I finanzieri hanno smantellato un'organizzazione accusata di associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta, utilizzo ed emissione di fatture false. Giovedì in presenza del suo avvocato Nicola Ottaviani è stato interrogato dal gip di Torino.
L'indagato nega le accuse sostenendo che i fatti contestati in realtà costituiscono una costola di un procedimento più grande sempre per reati di associazione per delinquere finalizzata alla frode in fatture e falsa fatturazione già pendente presso l'autorità giudiziaria di Messina e che, pertanto, non si possono duplicare i procedimenti e le misure cautelari.
Ha aggiunto poi che le fatture sarebbero tutte esistenti e non false.
Le indagini hanno permesso di smascherare la condotta di due amministratori della società. Secondo la ricostruzione, i due hanno evaso l'Iva per 40milioni di euro, facendo arrivare in un'azienda di Volvera, prodotti informatici provenienti dalla Germania e destinati all'e-commerce, coinvolgendo una società di fatturazione olandese e una decina di società fittizie.