Droga dalla Spagna, via Bologna, ieri è stata la giornata dedicata agli interrogatori di garanzia per le tre persone destinatarie della misura cautelare del carcere. Decisioni opposte per i due detenuti nel carcere di via Cerreto. Il frusinate Gerardo Pisani, residente a Ferentino, difeso dall'avvoca to Marco Maietta, ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, rinunciando così a essere interrogato dal giudice. Il marocchino Aymen Nadif invece, ha risposto alle domande del gip Antonello Bracaglia Morante. Lo ha fatto per respingere le accuse che gli vengono mosse sulla base dell'attività investigativa condotta dalla squadra mobile di Frosinone e proclamarsi innocente.

Sono tre le accuse che vengono mosse sulla base anche di precedenti attività antidroga che avevano condotto ad arresti e a sequestri durante i viaggi o nei nascondigli utilizzati per stoccare la cocaina proprio a Ferentino. Pisani e i fratelli Aymen e Khalil Nadif, 23 e 29 anni, residenti a Frosinone, devono difendersi dall'accusa di essersi accordati per il trasporto di un carico di cocaina da Bologna con una Renault Twingo, allestita appositamente con un doppio fondo sotto il sedile anteriore lato passeggero che si apriva con un doppio comando elettronico.

Tuttavia il viaggio finanziato, secondo la ricostruzione della procura, da Pisani e Aymen Nadif, era monitorato dalla polizia che sequestrava, il 2 dicembre 2018, 6,4 chilogrammi dicocaina suddivisa in sette panetti, dalla quale erano ricavabili 42.920 dosi medie singole e arrestava il corriere. A Pisani è contestato aver acquistato, da ignoti fornitori, e poi trasportato a Ferentino cinque chili di cocaina nel gennaio del 2019.
Infine, una terza imputazione, riferita a Pisani e Aymen Nadif, concerne l'acquisto di una partita di cocaina, il 29 gennaio 2019, poi affidata in custodia a dei vicini di casa (arrestati anch'essi) e parzialmente sequestrata dalle forze dell'ordine.

I tre sono stati interessati dalla seconda parte dell'operazione, nata dopo alcuni sequestri.
L'obiettivo degli investigatori della mobile, diretti dal commissario capo Flavio Genovesi, era quello di risalire, come si legge nell'ordi nanza, ai «soggetti finanziatori e organizzatori della fornitura sul mercato locale della cocaina». Un salto di qualità delle indagini culminato con la nuova ordinanza.