C'è anche un indagato illustre nell'operazione antidroga, condotta dalla squadra mobile di Frosinone, su un giro di spaccio di cocaina dalla Spagna alla Ciociaria, via Bologna. È stato notificato un avviso di garanzia al consigliere comunale di Ferentino, Nicola Dell'Olio. Anzi, nei suoi confronti, come pure di altre due persone, la procura aveva sollecitato una misura restrittiva, nel caso specifico gli arresti domiciliari, misura che, però, il gip Antonello Bracaglia Morante ha rigettato. Dell'Olio è indagato, insieme al genero Gerardo Pisani, per il quale è stata eseguita la misura della custodia cautelare in carcere.
«Dalle intercettazioni captate all'interno dell'autovettura in uso a Pisani (una Bmw) emergeva chiaramente il pieno coinvolgimento nell'illecita attività», è quanto ipotizzano gli investigatori. Per l'accusa, vi era non solo una «conoscenza dell'attività illecita svolta da Gerardo Pisani ma, come nel caso di Dell'Olio, si trattava di una partecipazione attiva e di un contributo determinate».
Nel mirino degli agenti, guidati dal dirigente della squadra mobile Flavio Genovesi, è finita una conversazione del 23 gennaio 2019 del consigliere comunale.
Secondo quanto ricostruisce il gip, sulla base dell'atti vità investigativa, Dell'Olio «si mostrava particolarmente preoccupato perché aveva dovuto prendere in consegna una partita di ben cinque chili di sostanza stupefacente da parte di un corriere incaricato da Gerardo Pisani». In pratica Nicola si lamentava perché «quel carico gli era stato recapitato erroneamentepresso lasua abitazione su direttiva del genero Pisani e temeva che tale atteggiamento oltremodo spregiudicato di quest'ultimo potesse addirittura attirare "le guardie"a casa sua».
Nell'informativa si rimarca che «Dell'Olio aveva, in ogni caso, accettato la consegna dello stupefacente, occultandolo» in casa. Tuttavia, nel valutare quei passaggi, il gip ha ritenuto la condotta di Dell'Olio «una connivenza non punibile in attività delittuose altrui».
Ciò sul presupposto della «genuinità della conversazione» intercettata che «non consente però con ragionevole certezza di attribuire» al consigliere«la detenzione penalmente rilevante del quantitativo di stupefacente a lui recapitato per errore». Per i tre in carcere, Gerardo Pisani (difeso dall'avvocato Marco Maietta) e i fratelli marocchini Aymen e Khalil Nadif oggi è fissato l'interrogatorio di garanzia.