"Nello zaino ti ho messo la merendina. Vieni a dare un bacio alla mamma. Togli il giubbino quando sei in classe altrimenti sudi e poi ti ammali". Queste le raccomandazioni fino allo scorso anno dei genitori che salutavano i figli pronti per andare a scuola.
Adesso, ai tempi del Covid-19, tutto è cambiato. "Misuriamo la temperatura. Nello zaino ti ho messo una mascherina di riserva, se dovesse darti fastidio quella del Governo la sostituisci. Non abbracciare e baciare nessuno, mantieni le distanze. Lavati spesso le mani. Non togliere il giubbino che con le finestre aperte prendi freddo, ti ammali e poi bisogna fare il tampone, anche se hai il raffreddore".

Sono le esortazioni che quasi quotidianamente, da un mese ormai, molte mamme e papà rivolgono a bambini e a ragazzi tornati nelle loro scuole per l'inizio del nuovo anno. Un anno che si sperava potesse iniziare diversamente da come è finito, il 5 marzo con la sospensione delle lezioni che si è protratta fino a giugno, consentendo soltanto la possibilità di sostenere l'esame di Stato con un'unica prova: il maxi-colloquio.
Il nuovo anno 2020-2021
Il 14 settembre la prima campanella. Ma non per tutti. In provincia di Frosinone, come in altre parti d'Italia, l'inizio dell'anno scolastico per gli studenti è stato una sorta di lotteria. A decretare il "sorteggio" anche l'attesa dei banchi monoposto che hanno infiammato l'estate che ha visto dirigenti e amministrazioni tenere in mano la palla passata dal Governo che ha rimesso nelle decisioni dei presidi l'organizzazione e la decisione degli spazi e delle modalità di ritorno a scuola. Ai Comuni e alla Provincia il compito di trovare soluzioni per "lezioni esterne". Per molti la prima campanella il 24 settembre, dopo la chiamata alle urne per il referendum costituzionale e per le amministrative che si sono svolte in alcuni comuni della provincia di Frosinone.

La situazione
Ma veniamo ad oggi. Com'è la situazione? Ogni giorno è una corsa a ostacoli per docenti e alunni pressati da regolamenti e adempimenti. E la didattica come socializzazione rimane inevitabilmente sullo sfondo. Più che scuola sembra una caserma. Un giorno sì e l'altro pure ci si ritrova a fare i "conti" di alunni positivi in diversi istituti, dalla primaria alla secondaria di primo grado a quella di secondo grado. E così, sempre un giorno sì e l'altro pure, ci si ritrova a fare i "conti" con gli avvisi di dirigenti scolastici e sindaci che comunicano la positività dell'alunno, l'immediata disposizione del protocollo sanitario: isolamento per lo studente, quarantena e tampone per i compagni di classe, sanificazione dell'istituto. Da nord a sud della Ciociaria cresce anche il tam tam sui social, sui gruppi whatsapp di genitori preoccupati per questa emergenza che da inizio marzo, dopo una breve tregua estiva, sta tornando a creare timori in molti.

Incertezza e preoccupazione sono i sentimenti con cui genitori e studenti stanno affrontando il ritorno a scuola dopo il lungo lockdown che ha tenuto gli alunni lontani dalle aule a causa della pandemia. In diversi istituti superiori si continua a prediligere la didattica a distanza, in altri la decisione scaturisce da eventuali casi di positività che si presentano. Non aiuta neppure "la comunicazione". Alcuni dirigenti, e anche diversi sindaci, lamentano il ritardo della comunicazione da parte della Asl dell'esito dei tamponi effettuati dai compagni di classe del compagno risultato positivo. Un'altra questione che tiene banco è quella delle mascherine. Troppo strette e i bambini preferiscono indossare quelle che portano direttamente da casa. E poi il "nodo" delle finestre aperte, necessarie per far arieggiare le aule e ridurre la trasmissione del coronavirus nelle scuole. Ma in alcune scuole non si tratterebbe di un ricambio "veloce" e in alcuni istituti gli studenti non tolgono i giubbini e addirittura qualcuno si copre con il plaid.

Tra le proposte l'accensione dei termosifoni anticipata. Intanto, presentando l'ultimo decreto, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato che la scuola continuerà in presenza e che per alleggerire il peso sul trasporto pubblico il compromesso trovato è quello di modulare la gestione degli orari di ingresso e uscita degli alunni alle superiori, anche attraverso l'utilizzo di turni pomeridiani e di disporre l'inizio delle lezioni non prima delle 9 in caso di situazioni critiche e di particolare rischio riferite agli specifici contesti territoriali, e più didattica a distanza.
Le cattedre mancanti
In provincia di Frosinone le cattedre per le scuole medie e gli istituti superiori sono state coperte. Restano circa 30 posti vacanti per il sostegno nella primaria. Domani la convocazione.