Dagli spari allo sfruttamento della prostituzione, l'indagine Uti dominus è chiusa. Sono quindici le persone che hanno ricevuto l'avviso di conclusione delle indagini preliminari nell'inchiesta, condotta dalla squadra mobile di Frosinone, nata a seguito di un tentato omicidio maturato nel mondo della prostituzione.

Il principale indagato, Julian Maloku, albanese, 38 anni, è accusato del tentato omicidio di Aljbion Abazovski, macedone, 28, il 9 dicembre 2019, «per questioni relative alla spartizione riporta il capo d'imputazione e allo sfruttamento del territorio destinato all'attività di prostituzione, nonché alla gestione e alla collocazione delle "proprie" ragazze dedite al meretricio». In pratica, dal sostituto procuratore Adolfo Coletta, gli viene contestato di aver sorpreso il rivale in auto, di avergli aperto lo sportello, presa la testa e sparato con una calibro 38 un colpo di pistola alla fronte della vittima che, solo per un caso fortuito, si è salvata. Sempre a Maloku è contestata la ricettazione dell'arma, provento di un furto in abitazione a Ceccano la sera prima, nonché il porto abusivo della pistola.

Maloku è accusato di aver agevolato e favorito la prostituzione, accompagnando la ragazza sulla strada Asi e fornendole protezione. Associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione sull'area Asi, tra Frosinone e Ferentino, è il reato contestato ad Aljbion Abazovski detto Albi, considerato la figura di spicco, nonché al fratello Egzon, 21anni,alla moglie Mevljana Abazovska, 29, a Klodian Mazari, 29, e Cristina Prohor, 26. Secondo le accuse raccolte dalla squadra mobile, guidata dal commissario capo Flavio Genovesi, il gruppo, dedito anche a estorsioni e violenze private, si sarebbe consolidato dopo il ferimento di Albi. Così facendo avrebbe provveduto alla «riscossione dei canoni mensili versati per l'occupazione delle singole postazioni, nonché al violento allontanamento delle ragazze non preliminarmente autorizzate a stazionare in zone (e non in regola con i pagamenti)».

In base a quanto ricostruito dalla polizia Aljbion avrebbe assunto una posizione di vertice, acquistando le «postazioni destinate al meretricio dal precedente gestore». Dopo il suo ferimento, per mantenere l'egemonia sul mercato, i suoi uomini sarebbero subentrati nella gestione. Anche dal letto della clinica, dopo essersi ripreso, Albi avrebbe continuato a impartire le direttive, mentre la moglie e Prohor effettuavano il pattugliamento della zona e il fratello e Mazari assumevano «il controllo dell'attività in nome e per conto di Aljbion, eseguendone le direttive e provvedendo alla riscossione dei canoni e alla realizzazione degli atti di intimidazione eventualmente necessari».

Ad Albjon è contestata la violenza privata per aver allontanato dalla zona, costringendola a non lavorare, la ragazza di Maloku che, per questo - sostiene la procura -si sarebbe convinto a vendicarsi di Albi. La ragazza di Maloku sarebbe vittima di una tentata estorsione, contestata ad Egzon e Prohor. L'albanese Cami, 28, è accusato della ricettazione dell'arma poi ceduta a Maloku nonché di aver detenuto la pistola una Franchi Llama calibro 38. Allo stesso Cami è contestato un tentativo di estorsione su un'altra prostituta per aver preteso 450 euro dalla donna per potersi affrancare dalla prostituzione.

A Riza Toskallaraj, albanese, 35, è contestato l'aver agevolato la prostituzione di una ragazza sull'asse attrezzato. Nell'ambito dell'operazione contestati reati di droga, nello specifico cocaina, tra Frosinone e Castro dei Volsci, a Claudio Arduini, 53, Alfio Pandozzi, 51, Italo Bronzetti, 49, tutti di Frosinone e a Giorgio Barbieri, 51, di Castro. Sempre reati di droga sono contestati ad Albi, Egzon, Mevljana nonché a Mazari, Alessio Longobardi, 24, Vincenzo Licciardello, 31, Simona Falena, 20, tutti di Ceprano e a un minorenne, per il quale si procede a parte. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Giampiero Vellucci, Riccardo Masecchia, Alberto Patarini, Marco Maietta, Emilio Martino, Fabio Della Corte, Paola Fedela, Camilla Urso, Biagio Giardiello e Giovanni Tedesco.