Bambino travolto e ucciso da un trattore che si è sfrenato mentre stava facendo i compiti in un capanno, a casa di un amico, con altri due compagni. La tragedia che ha sconvolto un'intera comunità e non solo, della morte di Mario Graziani, è avvenuta lo scorso 9 ottobre in via Calanzio. Indagato per omicidio colposo il proprietario del trattore, C.C. 48 anni, il quale ha da subito dichiarato di aver messo il freno a mano e tenuto acceso il motore come indicato per il tipo di modello del mezzo agricolo il cui sistema frenante si azionerebbe soltanto tenendo acceso il motore.

Venerdì è stato assegnato l'incarico a due consulenti e ad un ausiliario. Il pubblico ministero, la dottoressa Barbara Trotta, ha tenuto conto del fatto che l'indagato non è riuscito a darsi una spiegazione plausibile circa quanto accaduto, sostenendo di aver inserito il freno a mano e lasciato acceso il trattore. Sono stati assegnati due incarichi peritali, uno all'ingegnere Leonardo Vita e l'altro a Vincenzo Laurendi. Nominato come ausiliario per l'operazione di rimessa in moto e gestione del cambio del freno (operazioni meccaniche con montaggio e smontaggio del freno) l'ispettore Luca Gasbarra del servizio Presal, per verificare appunto la messa in moto o meno del mezzo, perché da un primo esame sembrerebbe che altri trattori abbiano riportato lo stesso tipo di inconveniente andando a finire, però, contro abitazioni o in mezzo ai terreni.

Nove giorni fa, invece, la morte per schiacciamento del piccolo Mario di dieci anni. A motore spento, quindi, il freno verrebbe meno. La Procura vuole capire se effettivamente si sia trattato di un guasto meccanico o se la tragedia sia scaturita da una manovra sbagliata. Il prossimo 26 ottobre, dunque, inizieranno le operazioni di smontaggio e di rimozione del trattore alla presenza dei tecnici e dell'avvocato Nicola Ottaviani, difensore del quarantottenne indagato per omicidio colposo.