Non è stato il frutto dell'immaginazione che molto spesso hanno i bambini. Quei racconti, sugli abusi subiti quando aveva solo 4 anni e protratti fino all'età di 6, sono stati ritenuti affidabili. Quegli abbracci che la piccola rifiutava o negava e che avevano insospettito il papà che ha fatto avviare subito le indagini, erano scaturiti dalla paura, dal terrore.
Quel terrore che aveva impresso nella sua mente, costretta a subire abusi sessuali dal convivente della madre, un trentottenne di Ferentino, M.C. Ieri la sentenza e per lui la condanna a nove anni di reclusione. Disposta nei suoi confronti una provvisionale di 20.000 euro, la condanna al risarcimento dei danni, la rifusione delle spese sostenute dalla parte civile e l'interdizione dalla responsabilità genitoriale.
La ricostruzione
A scoprire e denunciare il fatto è stato il padre dopo essersi accorto che la bambina non voleva più abbracciarlo. Una bimba che si rifiuta di abbracciare il padre. Da qui sono nati i sospetti e la successiva indagine per violenza sessuale ai danni del compagno della madre di una bambina che, all'epoca dei fatti, non aveva compiuto ancora sei anni. Proprio dalla denuncia del padre, che non viveva più con la figlia, è nata l'inchiesta che ha messo sotto accusa il trentottenne. A lui sono state contestate le aggravanti del rapporto di convivenza con la vittima e l'età inferiore ai quattordici anni di lei.
La ragazzina è stata sottoposta a due incidenti probatori nei quali sono state messe nero su bianco le accuse e, soprattutto, il racconto di lei è stato considerato attendibile. Ascoltata da due psicologi, uno all'interno del procedimento civile, l'altro nel corso di quello penale. La bambina si è soffermata in particolari inquietanti e ha saputo descrivere tutte le situazioni e l'incubo vissuto. Costretta a subire violenze e minacciata di essere picchiata se si fosse rifiutata e avesse raccontato i fatti alla mamma e ad altre persone. Ieri per l'uomo è arrivata la condanna a 9 anni. La minore è assistita dall'avvocato Mario Cellitti.