Annullato l'arresto della professoressa Patrizia Caprara e del marito Gianfranco Grandi, che erano finiti sotto accusa per favoreggiamento della prostituzione. Accuse che la coppia frusinate aveva sempre respinto, sostenendo che dall'affitto alle ragazze non derivava loro un ulteriore vantaggio economico rispetto a un affitto "normale". Avevano riferito di aver affittato anche a normali vacanzieri per dimostrare che gli appartamenti non erano ad uso esclusivo delle prostitute come sostenuto dalla procura di Latina.

Inoltre avevano aggiunto che seppur qualche sospetto potesse balenare, visto che si trattava spesso di ragazze avvenenti, entrambi non avevano mai accertato direttamente cosa le ragazze facessero all'interno delle mura domestiche.

Ieri il tribunale del riesame ha accolto la tesi difensiva del loro avvocato Nicola Ottaviani, secondo cui, appunto, non solo non c'era la certezza che i due sapessero dell'attività che veniva fatta negli appartamenti e quindi della prostituzione, ma seppure avessero avuto dubbi, una volta chiuso il portone ognuno può fare dentro casa quello che crede. E l'affitto degli appartamenti alle prostitute in quanto tale non è reato.

La docente di Economia è stata nel carcere di Rebibbia venti giorni e ieri è potuta tornare a casa dopo l'annullamento dell'arresto. Annullamento anche per il marito, l'imprenditore Grandi, per il quale erano stati invece disposti i domiciliari.

La ricostruzione
I due sono stati arrestati il 19 settembre scorso nella residenza di Terracina, proprio una delle villette che secondo gli investigatori sarebbe stata ceduta in locazione come casa del sesso. I due, stando al materiale raccolto nell'indagine, avrebbero consentito dietro il pagamento di un canone, a molte ragazze straniere, di esercitare la prostituzione in due ville di proprietà a Terracina e Sabaudia e in altre abitazioni prese in affitto. Il costo, tra i 50 e i 100 euro per ogni "utilizzo".

L'indagine, avviata nove mesi fa, è partita da alcune inserzioni, che avevano insospettito gli uomini del Commissariato di Terracina. Le indagini, condotte dagli investigatori del Commissariato di Terracina e coordinate dal procuratore aggiunto della Procura di Latina Carlo Lasperanza, sono partite a dicembre dello scorso anno, portate avanti sia con metodi tradizionali che con indagini tecniche delegate dall'autorità giudiziaria.

L'indagine è nata da alcune inserzioni, di "massaggi particolari" che avevano insospettito gli uomini del commissariato. A pubblicare le inserzioni erano le prostitute. Annunci particolari in cui si evidenziava il breve periodo di permanenza nel litorale che provocavano un interesse maggiore in ragione della novità della proposta sessuale. Sono seguiti i controlli, i blitz nelle abitazioni, la raccolta e l'incrocio dei dati, oltre che il racconto di alcuni testimoni. Alcune delle prostitute, che sono risultate in gran parte straniere, sono state trovate anche senza permesso di soggiorno, dunque irregolari in Italia.

Ieri, dunque, il tribunale del riesame ha annullato l'arresto sia della professoressa Caprara, sia del marito Gianfranco Grandi i quali avevano da subito respinto le accuse e sono tornati in libertà.