«La provincia di Frosinone è interessata dalla presenza di alcune significative espressioni della criminalità mafiosa, soprattutto di clan camorristici di origine casertana, attivi nel traffico e nello spaccio di stupefacenti. Riscontri investigativi hanno inoltre, nel tempo, evidenziato gli interessi dei casalesi, dei Misso, dei Mazzarella anche nel settore del gioco, utilizzato per il riciclaggio di denaro in settori quali il bingo, la raccolta delle scommesse sportive ed ippiche, i videopoker e le cd. new slot.

Anche nel territorio di Cassino si è registrata, nel tempo, una crescente proiezione dei sodalizi criminali campani, in particolare casertani. Si è, infatti, evidenziata la presenza di soggetti appartenenti al clan dei casalesi, agli Esposito di Sessa Aurunca, ai Belforte di Marcianise, ai clan napoletani Licciardi, Mazzarella, Di Lauro ed al clan Gionta». Per non parare dei latitanti, negli anni arrestati in Ciociaria, che qui avevano trovato rifugio.

Sono alcuni passaggi della relazione al parlamento della direzione investigativa antimafia, ripresi nel quinto rapporto le Mafie nel Lazio. Nel capitolo dedicato alla provincia di Frosinone ci sono le operazioni condotte anche contro i clan autoctoni, in modo particolare per lo spaccio, ma anche altre inchieste, come quella condotta a Ferentino per il project del cimitero. Spazio agli atti intimidatori: «la sera tra il 1 e il 2 ottobre del 2018 vengono incendiati due escavatori nella cava Royal Coreno di Coreno Ausonio - si legge nel dossier - la notte del 22 maggio del 2019 ignoti sparano diversi colpi di pistola contro una vetreria a Frosinone; il 2 novembre del 2019 viene incendiato il magazzino della pelletteria Max Cezan Plas a Frosinone».

Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti ieri, in una villa dei Casamonica sequestrata a giugno a Roma, ha illustrato il rapporto. Hanno partecipato Gianpiero Cioffredi, presidente dell'osservatorio Legalità della Regione Lazio, il colonnello Francesco Gosciu, direttore della Dia di Roma, Andrea Riccardi, della comunità di Sant'Egidio e il prefetto di Roma, Matteo Piantedosi.
«Il rapporto è il resoconto, rigoroso e documentato, delle principali inchieste giudiziarie sulle organizzazioni criminali nel Lazio, rese note nel periodo che va da gennaio 2019 a febbraio 2020».