Le precipitazioni sempre più intense e frequenti con vere e proprie bombe d'acqua si abbattono su un territorio reso fragile dalla cementificazione e dall'abbandono con più di nove comuni su dieci a rischio per frane o alluvioni. È quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla necessità di garantire risorse contro il dissesto idrogeologico sottolineato dal Ministri dell'Economia, Roberto Gualtieri e da quello dell'Ambiente Sergio Costa.

Sono infatti saliti a 7.275 i comuni – sottolinea la Coldiretti – con parte del territorio in pericolo di dissesto idrogeologico, il 91,3% del totale ma la percentuale sale al 100% per Liguria sulla base dei dati Ispra. Il risultato è che – continua la Coldiretti – sono 7 milioni gli italiani che vivono in aree a rischio frane, alluvioni ed esondazioni di fiumi in una situazione di incertezza determinata dall'andamento meteorologico che condiziona la vita e il lavoro. Senza dimenticare che la tendenza alla tropicalizzazione con il moltiplicarsi di eventi estremi è costato all'agricoltura italiana oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti.

A questa situazione non è certamente estraneo il fatto che il territorio è stato reso più fragile dalla cementificazione e dall'abbandono che negli ultimi 25 anni ha fatto sparire oltre ¼ della terra coltivata (-28%) con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari. Per questo l'Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale.