Basta perdere tempo sulla Valle del Sacco.
A lanciare il duro monito nell'ambito del convegno "Ambiente e migrazioni", promosso dalla diocesi di Frosinone all'auditorium "San Paolo" e presentato dalla giornalista Laura Collinoli, è stato il vescovo Spreafico.

Parlando di ambiente, monsignore Spreafico ha portato all'attenzione, tra le altre questioni trattate nel dibattito con prestigiosi relatori tra cui il professore Andrea Masullo,direttore scientifico di Greenaccord Onlus, e il professore Antonello Pasini,fisico del clima al Cnr di Roma,una a cui tiene in particolar modo: la bonifica della Valle del Sacco.

«In Italia ci sono ancora 41 Sin che devono essere bonificati, da nord a sud  - ha detto il vescovo - Noi siamo in uno di questi, la Valle del Sacco. Vorrei solo augurarmi un salto di civiltà nella cura della casa comune, che ci circonda». Il vescovo già nel 2010 fece un tavolo con le istituzioni.

«Ho fiducia in chi ci amministra, perché si faccia carico di una visione non ristretta al suo mandato elettorale, per interventi strutturali veri e continui nel tempo, non palliativi. Già nel 2010 feci un tavolo con le istituzioni della società civile e della politica sulla Valle del Sacco, ma chi doveva portare avanti il progetto non fece assolutamente nulla».

Monsignore Spreafico invita a prendere seri provvedimenti per proteggere la terra. «Raccolta differenziata, energia verde, interventi mirati per bonificare e proteggere questa bella terra. Mi chiedo: esiste una coscienza matura della drammaticità del futuro che stiamo preparando se non prendiamo provvedimenti seri e severi e se non assumiamo stili di vita responsabili e comuni? O vorremmo lasciare che la criminalità organizzata continui a interessarsi dello smaltimento dei rifiuti? Nel nostro piccolo come Diocesi stiamo lavorando per permettere ai grandi edifici di proprietà della diocesi di funzionare solo con energia solare dal prossimo anno. E poi, come voi sapete, con Diaconia abbiamo sviluppato diversi progetti che favoriscano uno sviluppo sostenibile, sia nel campo dell'agricoltura circolare che della raccolta differenziata del Raee e degli olii esausti».

Il vescovo rivolge poi un appello anche ai giovani: «Ho fiducia anche nei giovani, che mi sembra siano più sensibili a questi temi. Spero che la loro sensibilità si trasformi in impegno per il futuro». L'altra tematica affrontata nell'incontro di mercoledì è stata quella sui migranti. «Oggi migrazioni e ambiente sono ancor più connessi che nel passato a causa del cambiamento climatico e delle sue disastrose conseguenze - ha aggiunto don Spreafico - "Grido della terra e grido dei poveri" sono connessi, come ha scritto papa Francesco nella Laudato si'. Tutto è connesso. Lo vediamo in questo tempo difficile di dolore e morte. Un virus venuto da lontano sta attraversando confini e paesi. Non ha chiesto il permesso di soggiorno a nessuno, ha raggiunto persone di ogni condizione sociale. L'unica differenza è che almeno noi possiamo provare a curarci, altri neppure se lo possono permettere. Abbiamo scoperto una verità che ci accomuna: siamo fragili e deboli. Direbbe la Bibbia con saggezza: siamo fatti di polvere della terra. E per questo siamo tutti parte dell'unica famiglia umana».